Una pioggia di applausi e qualche lacrimuccia hanno
salutato l’XI stagione bitontina del Traetta
Opera Festival.
Ieri sera al Teatro
cittadino è andata in scena l’ultima replica della “Madama Butterfly”, evento clou e conclusivo della rassegna
dedicata al musicista bitontino.
Un’opera azzeccata quella pucciniana che è riuscita a far
risaltare ancora di più il tratto distintivo del festival diretto da Vito Clemente, ossia la contaminazione
tra l’Occidente e l’Oriente.
Grazie alla collaborazione con l’AMIFest e con il Japan
Apulia Festival di Tokyo, infatti, sul palco del Traetta, si sono alternate
voci italiane e giapponesi per raccontare la struggente storia di Cio-Cio-San.
Con l’esibizione dei musicisti Toyotayu Tokiwazu e Sannosuke
Tokiwazu e le magnifiche scenografie, light design e proiezioni video di
opere d’arte e paesaggi giapponesi, il pubblico è catapultato a Nagasaki.
L’ufficiale della marina degli Stati Uniti, Pinkerton (il
tenore Leonardo Gramegna) è appena
sbarcato e, accompagnato dal sensale Goro (il tenore Kazuaki Sawasaki), visita il futuro nido d’amore per lui e la sua
geisha Cio-Cio-San (interpretata dal soprano Atsuko Kobayashi), termine giapponese che significa Madama
Butterfly.
Il matrimonio, celebrato con usanze locali, però, è tutt’altro
che serio per l’ufficiale americano. Come rivela al console degli Stati Uniti a
Nagasaki, Sharpless (interpretato dal baritono Marcello Rosiello), quando avrà trovato una moglie americana,
ripudierà la quindicenne geisha dalla storia travagliata.
La sua famiglia è finita in miseria dopo la morte del
padre, invitato dall’imperatore a fare harakiri con una lama, che la figlia
conserva gelosamente. Cio-Cio-San confida al suo sposo di essere andata in
missione per farsi cristiana, ma lo zio Bonzo (il basso Alessandro Arena) non lo accetta e, scopertolo, la ripudia e la
maledice proprio durante il matrimonio.
La maledizione si concretizza. Pinkerton abbandona la
bella Cio-Cio-San e il figlio Dolore (Giorgia
Lacetera), frutto del loro amore. Nonostante le pressioni di Goro, che la
vorrebbe sposata al principe Yamadori (il tenore Nazario Pantaleo Gualano), e i tentativi di Sharpless di
convincerla del non ritorno dell’amato, la geisha è incrollabile: attenderà il
suo sposo che, effettivamente, tornerà dopo tre anni, in compagnia della sua
nuova sposa Kate (il mezzosoprano Serena
Scarinzi) per prendersi il bambino.
A nulla serve il tentativo di consolazione della fedele
servente Suzuki (il mezzosoprano Tina D’Alessandro).
Butterfly è sconvolta e, abbracciato per l’ultima volta il figlio, si suicida
con la stessa arma usata dal padre.
La struggente storia d’amore si arricchisce anche delle
interpretazioni di altri personaggi: lo zio Yakusidé (il baritono Antonio Manosperti), la madre di
Cio-Cio-San, la zia e la cugina interpretate rispettivamente dai soprano Margherita Leone, Pamela Mitolo e Loredana
Agostinacchio e l’ufficiale del registro (Mauro Malvi).
Protagonisti della scena anche il Japan Apulia Festival Choir di Tokyo, diretto da Kaoru Ito, il Coro Lirico “Città di Bitonto”, diretto da Giuseppe Maiorano e i danzatori giapponesi Einojo Senju e Shirayuki
Senju.
Impeccabile anche l’esecuzione dell’orchestra Ensemble del Teatro Traetta, diretta da
Vito Clemente.
“Chi
ha reso possibile la realizzazione dell’opera, grazie all’attenzione per i
dettagli e al supporto al regista Luigi
Travaglio, è sicuramente Konomi
Suzaki” ha ricordato nei ringraziamenti finali il
maestro concertatore e direttore.
La “Madama Butterfly” sbarcherà oggi e domani, per le
ultime due tappe, al Teatro Curci di
Barletta.