Un nuovo studio che rappresenta un traguardo importante
per la comunità scientifica internazionale, una nuova ricerca che potrebbe
cambiare le prospettive di molti malati: la proliferazione delle cellule tumorali si bloccherebbe con la riduzione
dei livelli di colesterolo.
A dirlo è la nuova ricerca pubblicata sul numero di
Aprile della prestigiosa rivista scientifica Cell Metabolism, “Uncoupling Nuclear Receptor LXR and
cholesterol metabolism in cancer”, pubblicata dal gruppo di ricerca del
bitontino Antonio Moschetta, Professore
di Medicina Interna dell’Università
Aldo Moro di Bari e ricercatore dell’AIRC presso l’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari.
Tale lavoro di ricerca si inserisce nell’ambito degli
studi di nutrigenomica, ovvero la
branca della medicina che analizza la capacità delle sostanze nutritive
contenute negli alimenti di modificare l’espressione dei geni contenuti nel DNA
delle nostre cellule.
Nello specifico l’oggetto dello studio è rappresentato
dal metabolismo del colesterolo, elemento presente nella dieta mediterranea e
notoriamente correlato con la patogenesi delle malattie cardiovascolari.
Il colesterolo è uno dei “mattoni” che compongono la
struttura della cellula e, come tale, necessario affinché essa possa
riprodursi. Le cellule tumorali sono caratterizzate da una velocità di
riproduzione molto più elevata rispetto alle cellule sane, sostenuta dalla
presenza e dalla disponibilità del colesterolo stesso nell’organismo.
A tale scopo la cellula tumorale appare capace di
ingannare i meccanismi di controllo dei livelli di colesterolo con l’unico
obiettivo di approvvigionarsene in quantità elevate.
Tale comportamento è supportato da evidenze
scientifiche osservazionali relative al rapporto tra i livelli di colesterolo e
l’insorgenza del tumore.
Lo studio si è focalizzato su quello che è il regolatore del metabolismo del colesterolo (unamolecola chiamata LXR) che ha la capacità
di indurre l’eliminazione o la sintesi del colesterolo stesso a seconda della
necessità della cellula, proponendo un nuovo meccanismo di “metabolic
uncoupling” ovvero di alterazione del
metabolismo del colesterolo nella cellula tumorale conseguente alla perdita
del controllo dei meccanismi che ne regolano i livelli. Dalla sperimentazione è
emerso che somministrando una molecola “agonista” in grado di stimolare
l’attività del suddetto regolatore LXR nelle cellule tumorali, la
proliferazione cellulare risulta bloccata a causa della riduzione dei livelli
di colesterolo.
L’attivazione di tale molecola sembra, inoltre, essere
capace di modulare l’ambiente in cui le cellule tumorali vivono, riducendone la capacità di produrre
metastasi. Tali evidenze sono state osservate in vari tipi di tumore, qualicancro del colon, della mammella, della prostata e del
cervello.
Ne consegue che tale studio potrebbe porre le basi per
l’elaborazione di nuove terapie che prevedono l’utilizzo, in combinazione, dei
farmaci chemioterapici già ampiamente in uso con farmaci “agonisti” del
suddetto sensore del colesterolo LXR.
«Oggi
è una giornata di festa virtuale per 78 giovani
collaboratori che hanno contribuito all’obiettivo del laboratorio da me
diretto al rientro dagli USA dal 2005 ad oggi all’Istituto Mario Negri Sud di
Santa Maria Imbaro, all’Istituto Tumori Giovanni Paolo II ed
all’Università Policlinico di Bari – ha commentato il dott.
Antonio Moschetta, nostro insigne rubrichista -. Li ringrazio tutti ed in particolare la dottoressa Fabiola Bovenga di Molfetta, primo autore dello studio che ha appena ottenuto il
dottorato di ricerca con noi, e il dottor Giuseppe Losasso di Palermo già dottorando nel mio
laboratorio, primo autore di uno studio sull’argomento pubblicato su
Gastroenterology, oggi ricercatore a Losanna. Spero di essere in grado di
continuare ad invitare le giovani menti alla gradevole fatica che la ricerca
rappresenta senza colori, bandiere e barriere e solo per una nobile causa».