“Leggere, ricercare, approfondire
e scrivere una drammaturgia per l’allestimento di uno spettacolo su don Tonino,
per la profondità e nello stesso tempo per la semplicità disarmante del
personaggio, è stato arduo ma anche avvincente e per certi versi rigenerante”.
Un’esperienza forte per Lino De Venuto, regista de “Il Poeta di Dio”.
Una personalità ricca di fascino quella del prete di
Alessano (LE) che proprio mercoledì avrebbe compiuto 80 anni.
Qual miglior modo di
ricordarlo se non con la rappresentazione della sua vita?
Ecco allora l’Associazione Culturale L’Occhio del Ciclone Theater di Bari portare
sul palco
dell’Auditorium “A. ed E. Degennaro” la
vita del Vescovo di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi.
Una scenografia inesistente, pochi oggetti di scena. A riempire
il palco basta la figura di don Tonino
Bello e il suo amore sconfinato per Gesù Cristo. Amore che diviene motore
del suo operato.
“Voglio
solo conoscervi” ed ecco che vittime di violenza, poveri, extracomunitari,
una prostituta si sentono di nuovo esseri umani. Una vera forza quella di don
Tonino Bello, sempre dalla parte degli ultimi, proiettato verso una nuova
Chiesa, una nuova cristianità che si traduceva anche nell’impegno sociale e
politico.
La battaglia contro il poligono di tiro sulla Murgia, l’apertura
della sua sacrestia per far posto agli sfrattati sono solo alcuni degli episodi
ricordati nello spettacolo.
La
drammaturgia (prosa, pantomima, poesia, danza, musica, video-proiezione)
rielabora e mette in scena con leggerezza parte di alcuni scritti di don
Tonino, qualche divertente aneddoto della sua vita, si sofferma sul tema della
pace (convivialità delle differenze), sul rapporto con i giovani. Include anche
i commenti della gente che diventa testimone dell’ironico e singolare processo,
tratto da un suo scritto, per il suo essere seguace del “delinquente” Gesù.
“Il Poeta di Dio”, già alla sua 22esima replica, è un simpatico e
convincente tributo a don Tonino Bello, rappresentante della “Chiesa del grembiule”. Un simbolo che l’Associazione Culturale L’Occhio
del Ciclone Theater di Bari ha pensato di donare a don Ciccio Savino.
«Lo userò come paramento sacro» ha commentato emozionato il neo Vescovo di Cassano all’Ionio, che Renato Brucoli, nella sua
preghiera-augurio, ha paragonato per la sua vicinanza agli emarginati proprio a
don Tonino Bello, del quale era stretto collaboratore.
«Stanno accadendo cose che a livello
umano sembrano strane, ma a livello di fede no. – ha affermato il rettore della
Basilica-Santuario dei Santi Medici – Quando
abbiamo pensato a questo spettacolo, chi poteva mai pensare al 28 febbraio,
alla chiamata che mi ha cambiato la vita? Torno ora dalla Calabria, dove ho
partecipato alla mia prima riunione episcopale. Ieri in forma privata ho fatto
visita alla mia diocesi. Ho detto ai miei sacerdoti che non sono in cerca di
consenso, ma sono e sarò seguace di Gesù e dalla parte degli ultimi».
«A gennaio sono venuti a trovarmi
alcuni ragazzi della comunità di don Tonino Bello e mi hanno regalato una croce
pettorale. Coincidenza? A livello di fede tutto ha un senso. Questo spettacolo
ha un senso» ha
continuato don Ciccio Savino prima di fare una vera e propria dichiarazione d’amore
alla sua gente.
«Questa sera ho capito una cosa
importante mentre mi emozionavo riascoltando il testo de “L’ala di
riserva”. La comunità dei Santi Medici di Bitonto sarà sempre la mia ala
di riserva grazie alla quale potrò spiccare il volo a Cassano all’Ionio».