«Finita
la demagogia, passiamo ai fatti».
A
quasi due settimane dall’Arena di Massimo
Giletti, che ha messo in risulta la presunta spesa eccessiva (ma così
non lo è affatto) per le Commissioni consiliari, la (sterile)
polemica politica continua.
L’ultima
puntata è della maggioranza, che risponde al manifesto targato
Partito democratico di mercoledì
(http://www.dabitonto.com/politica/r/costo-commissioni-consiliari-il-pd-ai-bitontini-facciamo-sentire-la-nostra-voce-dal-basso/5463.htm),
e lo fa cercando di raccontare i fatti.
Il
primo. «Il
Consiglio comunale, ridotto da 30 a 24 componenti attuali, con
deliberazione n°40 dell’11.09.2012, ha provveduto a ridurre il tetto
massimo delle riunioni dei vari organismi collegiali con
consequenziale riduzione della spesa complessiva del 20 per cento».
Il
secondo. «Sempre
questo Consiglio comunale, nella riunione del 03.07.2013, ha ridotto
la spesa complessiva annua, per i gettoni di presenza nelle 5
Commissioni consiliari permanenti e in quella di Controllo e
garanzia, di un ulteriore 28,58%».
Ne
deriva che «l’attività
complessiva di ciascuno dei 24 consiglieri, per le commissioni di cui
fa parte, è stato in media di 11 riunioni al mese, mentre gli
importi lordi corrisposti vanno da un minimo di 158,78 euro mensile a
un massimo di 559,58 euro, con una media aritmetica di 360,93 euro.
Ecco così spiegata la cifra (incriminata, ndr) di 99,479,54 euro
complessiva per il funzionamento delle Commissioni consiliari
permanenti del Comune per il 2014, e più bassa addirittura di quella
stanziata, che era 103,018,02 euro».
Dati
e cifre che, secondo la maggioranza, fanno capire come «l’incidenza
di questo organismo collegiale è pari a meno dello 0,3% dell’intero
bilancio comunale, pari a 30 milioni di euro».
E
ancora. «Occorre
altresì evidenziare che tutte le commissioni consiliari hanno
continuato a esercitare la loro funzione gratuitamente anche dopo
aver raggiunto il tetto di spesa preliminarmente stabilito dal
bilancio».
C’è
il tempo di due riflessione finali. Da un lato «pertanto,
con serenità e trasparenza lasciamo ai nostri concittadini, la
facoltà di valutare il loro operato». Dall’altro,
quella più importante, «pensiamo
a lavorare».
Già,
e anche seriamente. Lo chiede la città.