Ci
sono anche gli ex dirigenti dell’ufficio tecnico di Bitonto, Gaetano
Ideale Remine e Vincenzo Turturro, tra i 144 condannati in primo
grado per il procedimento riguardante alcuni presunti illeciti nella
zona artigianale di Giovinazzo.
I
due sono stati condannati, assieme ad altre otto persone, alla pena
più alta, e cioè a 1 anno e 6 mesi di reclusione e 35mila euro di
ammenda.
La
pena, però, è stata sospesa. È stata
disposta anche la
confisca dei beni in giudiziale sequestro, ovvero di 124 lotti.
Dissequestrati e restituiti agli aventi diritto 22 lotti.
Il
Tribunale di Bari ha ritenuto (anche) Remine e Turturro, dunque,colpevoli di aver illegittimamente concesso autorizzazioni per lo
svolgimento di lavori nella zona artigianale della cittadina barese, senza
tener presente il
parere delle Ferrovie dello Stato, proprietarie di alcuni suoli nella
zona, le distanze di sicurezza dai binari e la superficie minima
riservata ai parcheggi.
La
vicenda parte dieci anni fa, quasi in concomitanza con l’avvio dei
lavori, allorché, da alcune indagini portate avanti dalla polizia
giudiziaria, emerge che granito, pietra di Trani, parquet e lussuosi
balconcini costituirebbero i prospetti di 145 villette costruite
abusivamente laddove avrebbero dovuto realizzare aziende. Secondo il
pubblico ministro Renato Nitti, le villette, del valore complessivo
di oltre 50 milioni di euro e sotto sequestro dal 21 settembre 2010,
sarebbero state costruite con autorizzazioni illegittime.