Conservare la
biodiversità e l’ecosistema naturale, conservare e riorganizzare le aree
agricole, recuperare le aree degradate e abbandonate, migliorare l’interazione
tra i sistemi ambientali e gli insediamenti antropizzati, migliorare l’accessibilità
e la fruibilità, promuovere la conoscenza del territorio e del paesaggio.
Ecco gli
obiettivi strategici del Piano
Territoriale del Parco Naturale Regionale di Lama Balice.
La sua redazione, insieme a quella del Regolamentoe del Piano Pluriennale economico e
Sociale, sarà il risultato dell’iter che prevede anche un ciclo di seminari
con lo scopo di coinvolgere
associazioni e stakeholders.
Il primo si è tenuto a Villa
Framarino martedì scorso.
«Con la Legge Regionale n°15
del 05/06/2007, la Regione Puglia ha istituito il Parco Naturale Regionale Lama Balice, con la finalità di contrastare il rischio di
abbandono e di erosione delle risorse naturali» ha ricordato l’ingegner Vincenzo
Campanaro, direttore del Parco.
L’area,
estendendosi nei territori di Bari e Bitonto,
coinvolge entrambi i Comuni e la defunta Provincia
di Bari, ora Città Metropolitana.
«Per il Parco di Lama Balice stiamo procedendo in
continuità con quanto fatto negli scorsi anni» ha spiegato l’assessore all’Ambiente del Comune di Bari Pietro Petruzzelli, intervenuto in vece
del sindaco Antonio Decaro. «Bisogna fare un salto di qualità. – ha continuato
– Ci auguriamo che questo possa succedere
grazie al bando SAC, a cui ha partecipato il Comune di Bitonto, ai progetti per
Villa Framarino e ad altri bandi a cui pensiamo di partecipare». Per l’assessore,
costituirebbe una marcia in più valorizzare la scoperta delle orme di dinosauri
all’interno dell’area del Parco e far
interagire il Parco di Lama Balice con il Parco dell’Alta Murgia.
Assente per
motivi istituzionali anche il sindaco
bitontino Michele Abbaticchio, sostituito dall’assessore all’Ambiente, Domenico Incantalupo.
«Sistemati gli aspetti istituzionali dopo la
scomparsa della Provincia, si può dare corpo alle idee, grazie al direttivo
dell’ente. Il Parco può dare soddisfazioni. Cercheremo di portare avanti
progetti consoni, lavorando anche in sinergia con il Parco dell’Alta Murgia» ha commentato Incantalupo.
L’unione tra i
due parchi potrebbe arrivare grazie ai tracciati dei tratturi che li legano.
A spiegarlo è
stato, durante il suo intervento sulle problematiche nella pianificazione delle
aree protette, Pasquale Dal Sasso, professore ordinario del Dipartimento di Scienze Agro ambientali e
Territoriali dell’Università di Bari.
Incendi,
discariche, cave, pale eoliche sono solo alcuni esempi di ostacoli alle
bellezze del territorio e alla salvaguardia di flora e fauna, ma anche degli
elementi antropologici caratteristici.
«C’è bisogno di incrementare la conoscenza di
questi aspetti e salvaguardare le biodiversità» ha evidenziato il professore, condannando la costruzione di strutture
ricettive nelle aree protette.
La discarica
abusiva di rifiuti, il depuratore e l’impianto di sollevamento della condotta in
territorio di Bitonto, l’abbandono dei rifiuti, le cave e gli edifici a
servizio delle stesse sono sicuramente i punti di debolezza del Parco di Lama Balice
per l’architetto Patrizia Milano, coordinatrice del gruppo di lavoro Eco-logica per il Piano
del Parco.
«Ora siamo nella fase di avviamento dell’iter che
prevede il coinvolgimento pubblico. – ha comunicato
l’architetto – Dal 4 giugno al 2
settembre 2014, le associazioni interessate sono state contattate per una prima
analisi della realtà del Parco».
Il risultato è
il Documento strategico del Piano Territoriale
del Parco Naturale Regionale di Lama Balice (disponibile
integralmente al link http://bit.ly/1uEFWFS),
che ha l’obiettivo di individuare le
principali linee guida, le direzioni da seguire, e gli orientamenti sulle
scelte che si intendono adottare per organizzare la conservazione degli
ecosistemi, l’assetto del territorio e l’economia locale, in modo che sia
compatibile con gli obiettivi del Parco.
«Per le prime sintesi valutative, abbiamo analizzato i piani sovraordinati e
la bibliografia utile» ha continuato la Milano.
In
particolare, sono state presi in esame il perimetro del Parco, la sua
idrogeomorfologia, la vegetazione, la carta botanico-vegetazionale, l’assetto
storico-culturale nella sua evoluzione, l’antropizzazione, il Piano di assetto
idrogeologico, oltre che il PPTR con le sue componenti geomorfologiche,
idrologiche, botanico-vegetazionali, delle aree protette, culturali insediative
e percettive.
«Sulla base di quest’analisi, abbiamo elaborato 5 idee:Parco agricolo-urbano, Parco storia,
Parco paesaggio tradizionale, Parco connettivo e Parco degli ulivi».
Assente,
a detta dei presenti nella sala convegni di Villa Framarino, il Parco floro-faunistico.
Ma
non è l’unica pecca emersa durante il dibattito. Ad intervenire c’è stato anche
l’ingegner Costa, tra i progettisti di
Lama Balice sin dal 1984.
Secondo
l’ingegnere, incaricato dal Comune di Bari, molte problematiche segnalate sono
già in via di risoluzione, grazie a progetti già finanziati e in appalto. «Perché non c’è
interconnessione tra gli enti?».
Un’accusa
falsa per Campanaro. «Eco-logica si è interfacciata con l’Ufficio, ma gli atti non sono stati resi
disponibili».
Il
prossimo seminario tematico (Biodiversità e agricoltura nel Parco Lama
Balice) si terrà il 27 febbraio
alle ore 16 nella Sala Rossa del
Comando di Polizia Municipale di Bari, in via Aquilino 3.