Perseguire
la strada della non violenza, perché consapevoli che un dialogo maturo può
smuovere le montagne. È questo lo spirito che ha animato i ragazzi del Liceo Classico e Linguistico “Carmine
Sylos” di Bitonto, nelle “calde” giornate di dicembre che hanno sconvolto
il mondo della scuola in tutta la penisola.
Difatti,
mentre numerosi studenti sono scesi in campo contro la riforma scolastica del
Governo Renzi -particolarmente vivaci sono state le proteste in provincia di
Bari-, tra i muri di questa scuola bitontina si è consumata una forma pacifica
e consapevole di autogestione, che ha lasciato dietro di sé un’impronta
rilevante sebbene non abbia fatto rumore mediatico. Nelle giornate di mercoledì 17 e giovedì 18 dicembre, gli
studenti hanno organizzato laboratori e attività didattiche, a cui ciascuno
poteva scegliere di partecipare liberamente e democraticamente (due avverbi
meravigliosi, che dovemmo tutti riscoprire).
Attività teatrali, un corso di
rumeno, un laboratorio sulle droghe e un altro sulla biopolitica sono solo una
parte delle tante proposte elaborate e gestite dagli stessi ragazzi. Tra questi,
alcuni hanno persino deciso di trasformarsi in imbianchini per un giorno e ripulire
le pareti degli spogliatoi da scritte poco decorose.
“Non abbiamo voluto
prendere parte alle manifestazioni, perché ormai secondo noi sono diventate
inutili, un momento di svago per molti studenti”,
spiega un rappresentante d’istituto, “così,
abbiamo deciso di organizzare qualcosa che ci toccasse direttamente e che
riproducesse quello che per noi è la buona scuola”.
L’autogestione,
quindi, non è stata vissuta come il solito momento di libertinaggio, ma si è
trasformata in una riflessione proficua sulla riforma renziana, fino ad
arrivare a realizzare concretamente il sogno di una scuola a misura di ragazzo
e con tanti laboratori. Tutte idee che gli studenti hanno riassunto in un
documento conciso e di grande efficacia, dal titolo “Se il governo non ci ascolta, ci
ascoltiamo noi”.
“La scelta di non seguire
la scia delle occupazioni è nata dal fatto che non vogliamo essere ascoltati
con la “violenza”, ma vogliamo far prevalere le nostre idee, concretizzandole”,
si legge nel documento, in cui sono anche elencati in maniera dettagliata tutti
i laboratori. E ancora: “Vogliamo
studenti consapevoli e una scuola che ci rispecchi, perché la Buona Scuola deve
essere anche questo. Il punto cardine della nostra idea non è la protesta, ma
l’ascolto”.
L’unico
augurio, dinanzi a una tale chiarezza di idee e profondità di pensiero, è che in
Italia l’istituzione scolastica -buona o brava o chissaché- sappia soprattutto essere
all’altezza dei sogni dei suoi ragazzi.