Al
di là delle promesse per Bitonto (in realtà, sono state davvero
poche, come prevedibile), dalla “visita” di ieri di Michele
Emiliano in città – organizzata dal comitato Bitonto per Emiliano
– vengono fuori tre conferme. L’intenso rapporto tra l’ex sindaco di
Bari e Michele Abbaticchio. Un appoggio smisurato della maggioranza
cittadina (eccezion fatta per Città democratica e Progetto comune)
alla candidatura del già magistrato prima alle primarie di
coalizione (domenica 30 novembre, con la sfida a Guglielmo Minervini
e a Dario Stefàno) e poi alla poltrona di governatore regionale
(domenica 1° marzo). Il non buon rapporto tra il segretario
regionale del Partito democratico, Emiliano appunto, e il Pd
bitontino (nessun consigliere comunale e nessun esponente di spicco
presenti), punzecchiato più volte.
Emiliano
ed Abbaticchio. E’ il primo
cittadino bitontino a certificare un rapporto che dura da almeno due
anni. «Emiliano – ha
raccontato – mi
ha mandato un messaggio all’indomani della mia vittoria elettorale;
mi ha voluto vice presidente dell’Ato rifiuti; ha fatto in modo che
nascesse una sola lista del centrosinistra alle elezioni del
Consiglio metropolitano; è stato presente in occasione della marcia
che abbiamo organizzato dopo quanto successo al nostro ex dirigente
Turturro». L’attuale
assessore al comune di San Severo, inoltre, sarebbe “un modello”
di governo da seguire, «perché
– ha
confermato – come
lui ha tentato di entrare a gamba tesa su quelli che erano i simboli
di Bari, così stiamo cercando di fare anche noi».
Stima
reciproca, ovviamente. «Sono
qui – Emiliano
dixit – perché
sono affascinato dal vostro esperimento politico. Abbaticchio sta
facendo quello che ho fatto io a Bari nel mio mandato (questione
Petruzzelli, bonifica delle aree inquinanti come Torre Quetta,
metropolitana di superficie, case popolari, il suo elenco) e
ha iniziato alla grande la sua azione amministrativa».
Dal
Pd nazionale a quello bitontino. Emiliano
non è stato molto dolce verso il partito cittadino. Nessuna parola
forte, ma una metafora precisa – quella dell’elastico – e
concetti pungenti e diretti. «Spero
che il mio partito possa passare da una opposizione dura a una più
morbida, anche perché deve far tesoro di quello che è successo un
paio d’anni fa. Deve capire, anche a livello nazionale, che non è
l’Alfa e l’Omega della politica ma deve aprirsi alle liste civiche
ben ancorate nel territorio, e la segreteria regionale ha fatto
proprio questo». Il
“gladiatore”, evidentemente, non ha ancora digerito (anche) il no
secco che dalla “Pescara” è arrivato due anni fa per la Città
metropolitana.
Sanità,
legalità, sindaco di Puglia. «Non
è possibile – ha
tuonato l’ex sindaco di Bari – spendere
7 miliardi e mezzo di euro e non riuscire a curare tutti i pugliesi.
Sicuramente c’è qualcosa che non va e si sbaglia, per esempio,
a comprare i servizi. Stesso discorso per l’agricoltura, per la quale
sono stati spesi tanti soldi ma non è certamente un’eccellenza». E,
in tema di sanità, c’è una città – Bitonto – che ha perso un
ospedale e attende da anni che quello che ne è rimasto diventi un
poliambulatorio di terzo livello. «Se
qualcuno lo ha promesso, lo doveva mantenere. Quello che attendete si
farà sicuramente, anche perché creerebbe vantaggi anche al San
Paolo». Promessa
made by Michele Emiliano. Poi c’è il sindaco di Puglia, il suo
mantra da tre mesi e 82 mila chilometri. «E’
un qualcosa di grande sussidiarietà– ha sottolineato – perché
costringerebbe il governatore a scendere dal piedistallo e a
confrontarsi con i sindaci per costruire la visione della Regione e
non per promuoverla da solo».
«Se
vogliamo vincere le elezioni – ha
tuonato – non dobbiamo
pensare di avere già vinto, e dobbiamo dire alla gente quello che in
questi 10 anni ha funzionato e quello che è mancato».
Anche
per questo – è stato il suo concetto – alle primarie del
centrosinistra, bisogna puntare sul nuovo. «Minervini
e Stefàno? Hanno tentato di cambiare la Regione, ma adesso devono
lasciare spazio a qualcun altro».