Lo scorso week-end, il sipario del Traetta si è aperto
per i sognatori di Res Ludica. “La vendetta di Bacco” potrebbe
definirsi un intreccio tra cultura, emozione ed amore.
Il regista Piergiorgio
Meola aveva preannunciato: «Questa
qui non è una tragedia , non è “le Baccanti”, ma “La vendetta di Bacco”. Se si
piangerà, sarà per la commozione di un finale inaspettato e positivo. Non c’è
tristezza e angoscia, ma azione ,che è la cosa più importante».
E così è
stato. L’appena passato week-end è andato in
scena lo spettacolo di Res Ludica all’interno del Teatro Traetta.
Un successoè stato per Gaetano Napoli,
Piergiorgio Meola e i ragazzi della compagnia. Sul palco, c’è stata una
sorprendente rivisitazione della tragedia di Euripide.
“Oggi questa terra verrà risucchiata dalla vendetta che metterò in atto.
Solo all’ultimo respiro capiranno che io sono il loro dio”, una voce
dall’alto ha attirato l’attenzione.
E’ quella del semidio Dioniso, che, dopo la morte della mamma Semele, ha deciso
di vendicarsi su Tebe e i suoi
carnefici.
Quasi nessuno ha creduto al suo potere, plasmato dalla folgore di
Zeus e l’amore di una donna.
L’ira di Dioniso si è scatenata soprattutto controPenteo, il quale lo ha fatto
prigioniero per alimentare la sua tirannia e vedere con i suoi occhi colui che
è adorato da tutti.
“Lui è solo un folle,
come lo fu sua madre. Io non perderò il controllo e riporterò il regno alle sue
origini”.
Penteo, ritornato dalla guerra, ha ritrovato la sua Tebe
assuefatta da un semidio. Le donne, tra cui quelle di Cadmo e Tiresia, erano a
volte troppo aggressive, impegnate nelle loro danze, nei loro banchetti e
nell’agghindarsi per i loro uomini.
“A
volte mi fanno paura”, ha confessato Cadmoa Tiresia. 8 donne son diventate le Baccanti di Dioniso, felici tra le sue
braccia han giurato fedeltà e di combattere per il suo onore.
Infatti, la
vendetta è compiuta anche grazie a loro. Dioniso, dopo esser stato fatto
prigioniero, è riuscito a tirare in inganno Penteo asserendo fosse giusta la
scelta di andar al cospetto del semidio come tutti gli altri.
Le Baccanti han, poi,
dilaniato il corpo del tiranno e tagliato la sua testa. Per un gioco del
destino, è stata la stessa Agave,
sua madre, ad ucciderlo.
“Proprio la metà
umana mi ha spinto a trattarvi come voi avete trattato mia madre. Da oggi sarò
ricordato come dio, nato dalla folgore di un dio e l’amore di una donna”.
Uno scroscio d’applausi accompagna la gioia di Dioniso, che ha compiuto così la
sua vendetta.
Gaetano Napoli e
Piergiorgio Meola hanno, alla fine, ringraziato chi ha reso possibile la messa
in scena di “La vendetta di Bacco”.
«Spero
vi sia piaciuto il nostro lavoro-ha ringraziato così Piergiorgio–. Spesso quando
si parla di tragedie, si hanno pregiudizi. Dovremmo averli sfatati con questa
rappresentazione. Voglio ringraziare chi ha collaborato, soprattutto Gaetano,
per la sua infinità disponibilità. Ci teniamo a Res Ludica e portiamo avanti il
nostro lavoro anche per lui».
«Non abbiamo riso, ma ci siam emozionati e il
merito è di Piergiorgio – ha concluso Gaetano
Napoli –.Tutto questo è per Michele De
Pinto. Lo ricordiamo con gioia e portiamo avanti quello che lui ha amato fare.
Cerchiamo nel nostro piccolo di colmare i vuoti della sua mamma, Filomena, che
ha partecipato alla realizzazione di questo spettacolo. Un lavoro che ha visto
i ragazzi impegnati per 7 mesi e che ora è stato premiato nel giusto modo».