Cancro. Un argomento che spesso evitiamo di affrontare, perché ci spaventa, ci intimorisce. Ma che, purtroppo, fa parte della nostra vita.
Se ne è parlato giovedì, presso il Poliambulatorio Therapia, in occasione della presentazione del libro “Il male dentro”, edito da Cairo Publishing. Un romanzo ambientato in un istituto oncologico all’avanguardia, in cui si racconta con delicatezza e realismo l’esperienza sconvolgente del male. Presente all’incontro l’autrice Maria Giovanna Luini (pseudonimo di Giovanna Maria Gatti, moglie dell’oncologo Alberto Luini) scrittrice e collabortrice per alcune testate giornalistiche e case di produzione cinematografica per consulenze e sceneggiatura. Laureata in Medicina e specializzata in Chirurgia Generale e Radioterapia, lavora anche all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, luogo che ha ispirato il romanzo stesso.
A portare i propri saluti all’autrice intervenuto anche il professor Raffaele Moschetta.
“Il racconto è nato dal mio amore per le persone. Non è sul cancro, perché quest’ultimo non merita che si dedichi ad esso un romanzo” spiega l’ospite che narra di quanto sia bello lavorare in un istituto come il suddetto: “Un mondo pieno di relazioni, non sempre positive, dove prima di dare si riceve tanto, dove ci si arricchisce, si ricorda il senso vero della vita, delle parole, degli abbracci. E dove si può anche ridere con i pazienti. Ho cercato di raccontare la realtà ospedaliera in tutti i suoi aspetti, nel bene e nel male, attraverso i vari personaggi descritti. Dalla ragazza che, a causa del male, è prossima alla morte, ai medici che quotidianamente lottano contro i tumori. C’è anche il medico che si ammala. A differenza di quanto spesso si dica in alcuni siti di controinformazione, che vorrebbero la lobby dei medici colpevole di detenere segreti per non rendere curabili queste malattie”.
La presentazione ha fornito anche l’occasione per affrontare tanti argomenti correlati, come la morte, l’errore medico, il ruolo del medico.
“Non bisogna vergognarsi di aver paura di morire, perché proprio l’attaccamento alla vita può aiutare molto a sconfiggere il male” osserva Monica Coletto, moderatrice, che in passato ha affrontato con successo il cancro.
“Se non facciamo pace con l’idea della morte, non comprendiamo completamente la vita – continua la Luini -. La morte è un argomento che deve essere affrontato, perché c’è differenza tra morte con amore intorno e morte senza amore. E’ senza dubbio un trauma, ma la sua accettazione dipende molto dalla nostra consapevolezza di avere un tempo limitato”.
E sul ruolo del medico e dell’infermiere aggiunge: “La difficoltà che spesso si incontra è non saper dire al paziente le parole “non so”, far capire che un margine di imprevedibilità c’è sempre. C’è bisogno di onestà intellettuale. L’errore medico esiste. Il stessa ne ho commesso uno in passato. A seguito di questa eventualità si può ammetterlo, o tentare di coprirlo, rischiando conseguenze peggiori. Spesso però, nonostante le accuse, non c’è alcun errore”.
Importante compito del personale medico, secondo l’autrice è anche gestire la “naturalissima” rabbia che il paziente sfoga verso medici, infermieri opazienti “colpevoli” di star meglio: “E’ naturale, ma va gestita. E un elemento importante per farlo è l’amore. Strumenti utili per combattere il male sono anche la diagnosi precoce, che può aiutare a contrastare alcuni tumori, purtroppo non tutti e il non cedere al disfattismo”.
Per concludere l’autrice ha espresso alcune sue considerazioni sul sistema sanitario italiano: “Credo che la sanità in Italia sia buona. Esistono realtà eccellenti a Nord e a Sud. Non soffermiamoci sul negativo”.