Dall’Amministrazione comunale riceviamo e volentieri pubblichiamo.
“Alla luce delle posizioni espresse dal Terzo Settore
nel corso della conferenza stampa sulla “questione tassa sui rifiuti” riteniamo
opportuno intervenire, per ricondurre il tema nei naturali binari di un
confronto democratico e aperto, al quale non abbiamo alcuna intenzione di
sottrarci, nel pieno rispetto del fondamentale ruolo socio-economico che le
Onlus svolgono a favore della comunità.
Nella
vita, a volte, capita che gli obiettivi siano identici, i valori condivisi, ma
le modalità per raggiungere il bene comune appaiano diverse. Se poi il
linguaggio burocratico, come in questo caso (evidentemente), contribuisce a rendere
complicata e poco fluida la comunicazione, si rischia di ritrovarsi in
situazioni spiacevolmente equivoche.
Chiariamo
immediatamente un punto che ci sta, particolarmente, a cuore: non presteremo il
fianco alla strumentalizzazione politica delle legittime perplessità espresse,
anche se i toni sono stati a tratti duri e hanno ironizzato su principi
elettorali, nei quali crediamo e continueremo a credere.
Non risponderemo, pertanto, neanche a provocazioni
personali che, ne siamo convinti, sono state dettate solo dal momento e dalla
vis comunicativa utilizzata, peraltro, da pochi e non da molti dei destinatari
della presente.
Per
questa Amministrazione TUTTI i sottoscrittori del documento restano e
resteranno interlocutori e energie positive indispensabili per il territorio.
Passando
ai CONTENUTI, se possiamo, emerge chiaramente, anche dalle considerazioni espresse
nell’incontro con i giornalisti, la condivisione del concetto che la tassazione
sui rifiuti richiede una corresponsione per un servizio che TUTTA LA COMUNITÀ è
chiamata a pagare, seppur in forme e modalità diverse. Ed è questo l’unico
principio che vorremmo applicare.
Venendo al famigerato linguaggio burocratico, va
evidenziato che secondo l’art. 59 del Regolamento per l’applicazione
dell’Imposta Unica Comunale (IUC), deliberato dal Consiglio comunale il 9
settembre 2014, NON SONO soggetti al tributo gli “Enti senza scopo di lucro
e/o ecclesiastici senza scopo di lucro, a condizione che le attività svolte non
determinino entrate finanziarie a favore degli enti gestori e/o proprietari. La
suddetta esenzione è subordinata alla stipula di apposita convenzione approvata
dalla Giunta Comunale in base alle seguenti tipologie di attività: a)
accoglienza e formazione; b) carità e sostegno alle persone svantaggiate”.
Traducendo dal burocratese, è evidente la volontà
dell’Amministrazione di non chiudersi in un atteggiamento di NEGAZIONE del
confronto dialettico, preferendo, tuttavia, al generico e universale confronto
pubblico la ben più pragmatica e concreta valutazione congiunta, caso per caso,
con i singoli soggetti interessati delle attività svolte, preordinata alla
stipula della convenzione di esenzione.
L’espressione regolamentare, lungi dall’essere
generica, specifica le diverse tipologie di attività ESENTI dall’applicazione
di una tassa, che, è bene ricordarlo, in altri Comuni viene comunque applicata
INDISCRIMINATAMENTE, senza CONTRADDITORIO e senza valutazione caso per caso.
La precisa indicazione delle attività avrebbe dovuto,
a nostro modesto avviso, INDURRE tutti a richiedere un momento di riflessione
istituzionale.
Confidiamo, tuttavia, che questa fase sarà sicuramente
RIMANDATA all’analisi dei singoli casi, volta per volta segnalati dallo stesso
TERZO SETTORE in riferimento, soprattutto, a progetti a beneficio proprio delle
persone svantaggiate che TUTTI vogliamo EQUAMENTE tutelare.
Quello
che, in ogni caso, va chiarito è che non possiamo più permetterci di dare
seguito alle richieste di quanti, brandendo lo scudo dei principi sociali,
rivendicano l’esenzione anche, ad esempio, per ENTI GESTORI di attività
commerciali che si svolgono su immobili di proprietà di ONLUS.
E su questa posizione, riteniamo di condividere lo
spirito e le idee che animano il Terzo Settore.
Altrettanto
fermamente respingiamo le parole che titolano il documento unitario presentato
alla stampa e alla città.
Non crediamo si possa affermare che “A pagare, sempre
i più poveri… a Bitonto”, se il medesimo art. 59, oggetto delle rimostranze,
prevede esenzioni per nuclei familiari con ISEE sino a 3mila euro (punto 1.7),
nuclei familiari composti esclusivamente da ultraottantenni con ISEE sino a
8mila euro (punto 1.8), soggetti in situazioni di grave disagio sociale ed
economico, ovvero nullatenenti, titolari di solo assegno sociale o pensione al
minimo, persone assistite in modo permanente dal Comune (punto 1.11), nonché
riduzioni per nuclei familiari con ISEE sino a 8mila euro (punto 3.1.b), nuclei
familiari composti da pensionati con ISEE sino a 6mila euro, soggetti in
situazioni di handicap, invalidi al 100% con ISEE sino a 7mila euro (punto
3.1.d).
Detto
ciò, la nostra disponibilità al dialogo partecipato, nella forma e nella
sostanza di incontri individuali e collettivi sui dettagli operativi delle
norme regolamentari, c’è tutta, rimanendo invariata la nostra profonda
gratitudine per quanto quotidianamente il mondo del NO PROFIT realizza nella
nostra città, fronteggiando al fianco dell’Amministrazione le mille emergenze
che gravano sulla comunità.
Tale gratitudine non si materializza, come si saprà,
solo attraverso manifestazioni di solidarietà o attestazioni di ringraziamento,
ma con un impegno CONCRETO, avviato già in tempi non sospetti, a costituire una
rete del no profit pubblico-privata, a seguito della individuazione della
comunità bitontina, da parte di Avviso Pubblico (Associazione Nazionale degli
Enti Locali contro tutte le mafie), per la creazione di una FONDAZIONE DI
COMUNITà (per la quale entro la
conclusione dell’anno corrente verrà individuata apposita sede operativa) in grado
di attrarre anche ulteriori fondi, partecipando a specifici bandi di rilievo
nazionale.
Una rete che sfrutterà, certamente, tutte le forze in
campo”.