Attimi di grande concitazione ieri mattina su Piazza Aldo Moro, nella zona antistante la Parrocchia di Santa Caterina, più nota come San Francesco di Paola.
Quando, per il potenziamento della rete fognaria, una ruspa ha preso a sventrare l’asfalto e, di conseguenza, a spaccare le basole che sotto il manto grigio stavano affiorando, numerosi cittadini sono intervenuti indignati.
In prima linea, come sempre, il difensore civico in pectore Gino Ancona, che ha convocato le forze dell’ordine, prontamente accorse, ed ha espresso dolorose perplessità: “Dove sono coloro che dovrebbero controllare il cantiere? Perché non c’è nessuno dell’ufficio tecnico comunale e della Sovrintendenza ai Beni culturali, visto che questo è pieno centro storico? Non vorrei che fosse la solita operazione“.
Punti interrogativi ancora più scavanti di quel braccio metallico.
E ogni colpo di benna su quelle chianche secolari era un colpo al cuore della nostra storia.
Eppoi, non una ordinanza ad annunciare l’apertura dei lavori, se non un cartello che indicava una fascia oraria (7-17), durante la quale era bene non parcheggiare in quei paraggi.
Di più, non c’era neppure un tabellone analitico ad illustrarne i dettagli.
La protesta dei bitontini presenti ha fatto sì che il cantiere venisse bloccato.
“I lavori di Acquedotto Pugliese nei pressi di Piazza Moro sono stati fermati dopo aver constatato un presunto danneggiamento di due basole (due?!?, ndr) sotto l’asfalto. La convenzione che il Comune ha sottoscritto con l’Ente richiede, a carico di AQP ed a sua cura, la rimozione ed il riposizionamento originario delle basole, ove presenti, sotto il manto stradale, al fine di salvaguardarle.
I lavori saranno ripresi dopo che il Comune avrà verificato il rispetto della convenzione e le prescrizioni conseguenti.
I lavori sono finanziati, come noto, da fondi europei per consentire la ristrutturazione della rete fognaria ed idrica della Città in un piano straordinario presente in pochi Comuni della ex Provincia“, s’è affrettato a spiegare il sindaco Michele Abbaticchio.
Sì, ma perché a Bitonto devono andare sempre così le cose?
Perché prima si deve fare il danno e poi rimediare (alla meno peggio e se si rimedia…)?