È
stato uno dei punti principali del programma elettorale che ha
portato al successo l’attuale sindaco Michele Abbaticchio. Un
elemento di indubbia novità, che nelle intenzioni dovrebbe
avvicinare sensibilmente i cittadini al Palazzo e alla cosa pubblica.
Non un’alternativa alle Consulte, ma paralleli a queste.
Eppure,i
comitati di quartierenon hanno avuto vita facile. Nelle intenzioni dell’attuale
amministrazione, dovevano essere approvati e istituiti subito. Così
però non è, perché ricevono il via libera dal Consiglio comunale
soltanto il
10 marzo scorso(http://www.dabitonto.com/politica/r/consiglio-comunale-parte-1-i-comitati-di-quartiere-sono-finalmente-realta-approvato-il-regolamento/2736.htm),
dopo un lavoro immane nelle Commissioni competenti e dopo quasi 2
anni di mandato.
Già,
ma cosa sono i Comitati di quartiere? Per capirlo, basta spulciare il Regolamento: «E’ un
istituto di partecipazione del Comune di Bitonto finalizzato a
favorire la partecipazione attiva e propositiva dei cittadini alla
vita amministrativa comunale. E’ politicamente
imparziale, non ha alcun fine di lucro ed è fondato unicamente
sull’attività volontaristica e gratuita dei cittadini residenti.
Il Comitato di Quartiere opera per fini civici, sociali, culturali e
solidali, per il soddisfacimento degli interessi collettivi del
quartiere in armonia con gli interessi generali del Comune: la cura
dei beni comuni, la salvaguardia, la valorizzazione e la promozione
del territorio del quartiere e la promozione del senso di comunità
tra gli abitanti del quartiere stesso».
Ogni
Comitato (ce ne saranno in tutto 16, di cui 2 nelle frazioni) avrà
un suo presidente, un vicepresidente, un segretario, un Consiglio
direttivo e un’assemblea di quartiere.
«L’interesse
di questa amministrazione per tale strumento sta nel voler rendere
protagonista ciascun cittadino nella vita del proprio quartiere e
della propria città», commentava
a caldo l’assessore al Marketing Territoriale Rocco Rino Mangini dopo
il disco verde dell’aula consiliare.
Il
problema, però, è che da quel 10 marzo i comitati di quartiere sono tornati nel cassetto. Più nessuno ne parla, li nomina, li ricerca,
il tira in ballo.
«Stiamo
rispettando i tempi previsti – sottolinea
il sindaco Michele Abbaticchio – perché
a settembre pubblicheremo l’avviso pubblico con il quale inviteremo i
cittadini a riunirsi nelle assemblee costituenti, il primo passo per
arrivare poi al Comitato vero e proprio, e in cui spiegheremo loro
come fare».
Secondo
il Regolamento, infatti, «per
la costituzione del Comitato di quartiere è necessaria un’assemblea
costituente di almeno 80 aderenti, assicurando la presenza di uomini
e donne in un rapporto non inferiore al 30% per ciascun genere.
L’assemblea costituente cura tutte le azioni finalizzate alle prime
elezioni del Consiglio direttivo, e si scioglie con l’elezione
del Consiglio stesso».
Già,
ma come combattere la disinformazione che serpeggia tra i cittadini sull’argomento (e che il “daBITONTO”
cartaceo del mese di marzo ha ben certificato)? «E’
chiaro che va fatta un’importante opera di comunicazione e di
sensibilizzazione – conclude
il primo cittadino – e
il bando sarà proprio il primo passo in questa direzione».