Era lo scorso anno quando la flebile e gentile voce
dell’allora direttore del periodico “da Bitonto”, il caro Franco Amendolagine, mi chiese di passare da Porta la Maya per fare
alcune foto all’altare allestito per la Madonna del Carmelo.
Mi stupì la storia che vi riporto.
“Sono passati
circa novantasei anni da quando Domenico
V. comprò quella piccola statua, che spicca su tutte, della Madonna del Carmelo.
Con
quanto amore, profonda dedizione e grande impegno da cinque generazioni si
tramanda questa bellissima tradizione.
I
residenti della zona allestiscono un altarino, contornato da luci che anni
addietro erano solo piccoli lumini, oggi sono luminarie in tinta con quelle
preparate per la Madonna, e da coperte che prima erano di sete, quelle buone,
quelle del corredo, ed ora sono copri letti o lenzuola pregiate che adornano i
balconi di quel tutto piccolo atrio retrostante Porta la Maya.
Omaggio,
devozione, commozione e preghiera: è tutto questo che anima ancora una parte
della città, forse la più sincera.
Domenico,
nipote del Vacca di cui sopra, continuerà a tramandare la tradizione a suo
figlio Mauro e al piccolo nipotino in arrivo, sempre nella pienezza della vera
fede” (da Bitonto n. 269 – Luglio, pag. 22 di Viviana Minervini).
Rientrando da una piccola gita fuori porta domenicale, ad attendermi al rientro c’erano proprio Porta la Maya, le luci e i colori di
quel quartiere che arrivando sembra un piccolo presepe.
La curiosità mi ha spinta a tornare lì, anche senza
telefonate supreme.
Ho trovato in un passeggino un piccolo
angelo di undici mesi che sognava sereno, Domenico junior, il tanto atteso nipotino che
continuerà la tradizione dei suoi avi.
Splendeva la luce della Madonna, della Madre di noi
tutti, su quei cuori seduti lì, come ogni anno a far sedimentare l’amore, la
fede e quel briciolo di speranza che si spera cacci vie le insidie che la vita
ci riserva…