Era il 16
gennaio 2011 quando Fabrizio Carucci cominciò il suo viaggio.
Dopo aver scoperto diversi Paesi Europei e gli Stati
Uniti sentiva che gli mancava qualcosa: l’Italia.
Dalla Lombardia,
“sempre più Milano-centrica”, per
passare in Toscana, “turisticizzata”, e Umbria, “con borghi e pievi
in mezzo alla natura”, toccando la Puglia,
“sempre più di moda”, per terminare
nella “bellissima e martoriata” Sicilia.
«Ho
deciso di viaggiare più spesso, alla scoperta di piccoli paesi, luoghi sconosciuti
pieni di gente ospitale – racconta il prof. Carucci -. Sono passati quasi tre anni dall’inizio
del mio progetto e ho visitato quasi quattrocento Comuni e scritto più di
ottanta resoconti di viaggio».
All’inizio i racconti erano semplici descrizioni da
guida turistica, ma pian piano sono diventati complessi e ricchi di
introspezione, suggestioni e intimistiche emozioni, smentendo luoghi comuni e
invitando – talvolta – l’Amministrazione locale a fare di meglio per la
valorizzazione della propria terra.
«Da qualche mese
ho deciso di rileggere i racconti, controllarli e ripubblicarli su un blog
creato per l’occasione http://raccontidiviaggioitaliani.wordpress.com/la pubblicazione avviene ogni sabato e riguarda solo i racconti rivisitati».
E’ proprio mentre riproponeva il racconto su Bitonto e la conca barese su Twitterche ci siamo accorti che era passato anche nella nostra ridente cittadina.
«Ho
approfittato dei 150 anni dell’unificazione del nostro Belpaese per dar vita al
mio progetto talvolta (mi rendo conto) mastodontico e temerario – ironizza
il professore – ma sono un geografo con una grande passione
per il territorio e mi definisco un viaggiatore “wanderer” sempre con la
valigia in mano e lontano da una fissa dimora».
Ed è proprio durante l’Amministrazione Valla, quando il comune era addobbato a festa con
bandiere tricolori, che Fabrizio ha fatto ingresso da noi: «Ho anche scritto al sindaco d’allora, ma non ho mai avuto risposta o
riscontro, ma questo capita spesso, è nella norma delle cose».
Ma si può vivere di soli viaggi e tanti sogni? «Faccio il dottorato di in Pianificazione Territoriale e Politiche
Pubblichedel Territorio presso
l’Università IUAV di Venezia in co-tutela con il dottorato
di Democrazia nel XXI secolo presso
l’Università di Coimbra, Portogallo e sono all’ultimo anno.
Dovendo ultimare la tesi nell’ultimo anno ho viaggiato di meno e, soprattutto,
scritto meno racconti».
«Il
vero sogno, purtroppo, è se in Italia esistesse davvero la possibilità di
esercitare la professione di geografo», rammaricato afferma.
«Per
quanto riguarda Bitonto – continua il geografo -, anch’io sono pugliese e l’escursione è
stata di una giornata. La conoscevo già ma sono tornato per esplorarla in modo
sistematico e la mia impressione è stata positiva. Nel racconto ho scritto
tutto (è possibile leggerlo qui:http://raccontidiviaggioitaliani.wordpress.com/2014/06/29/la-conca-barese-occidentale-e-il-bitontino-seconda-parte/,
ndr) le foto hanno fatto il resto (https://www.facebook.com/media/set/?set=a.231626126902884.60065.128245313907633&type=3, ndr)»
In fondo anche Josè Saramago, con il suo “Viaggio
in Portogallo”, ha fatto una
cosa simile e il suo libro è diventato uno dei sommi capolavori della
letteratura portoghese e mondiale.
«Il mio
non sarà certo un capolavoro, ma spero di esprimere il mio amore per la patria
come ci è riuscito lui con la sua».
In tema letterario, chiudiamo – augurando buon
viaggio e buona vita a Fabrizio Carucci, con il dialogo di Dean e Sal nel romanzo di Jack Kerouac “Sulla
strada”:
“Dobbiamo
andare e non fermarci finché non arriviamo.
– Per
andare dove, amico?
– Non lo so, ma dobbiamo
andare…”.