La Consulta del Volontariato e il Comitato Consultivo Misto, in occasione del consiglio monotematico sulla sanità, sono tornati a denunciare i “gravi disagi per la comunità di Bitonto, Palombaio e Mariotto, causati dagli immotivati ritardi nella concreta attuazione del piano di riordino dell’assistenza sanitaria territoriale nell’ambito del processo di riconversione regionale avviato nel 2010”.
“Anni orribili – tuona il comunicato stampa –. La progressiva precarizzazione dei servizi sanitari di prossimità, già oggetto di una scellerata dismissione ospedaliera, insieme all’inevitabile congestione dei cosiddetti ospedali di eccellenza limitrofi, hanno decretato il fallimento della nuova politica sanitaria declamata nell’ultimo decennio. Riorganizzazioni, riassetti strutturali ed organizzativi, continui avvicendamenti nelle alte cariche di governo, hanno avuto ricadute disastrose sui cittadini e sul loro diritto alla salute”.
Nel documento si denuncia, inoltre, l’inesistenza di un’alta politica di integrazione tra servizi ospedalieri e territorio “lasciata alla buona volontà di singoli dirigenti isolati”.
Tra le altre criticità la consulta e il comitato elencano: “Le ingenti risorse economiche, oltre 3 milioni di euro, bloccate dal 2010, destinate a ristrutturare e potenziare i nostri servizi sanitari di prossimità, la totale assenza di piani integrati funzionali per la mobilità pubblica, finalizzati a consentire di raggiungere con facilità i centri di cura (Bitonto è totalmente isolata dal San Paolo), l’inesistenza di un nuovo piano regionale della salute che risponda ai bisogni di salute soprattutto delle fasce fragili della popolazione”.
Un “disastro” di cui sarebbero “comuni e diffuse le responsabilità”. “E’ stato smantellato a Bitonto uno dei principi cardine per i cittadini: la tutela della salute. I cittadini sono ormai narcotizzati dalla rassegnazione. I rappresentanti e le istituzioni locali sono inermi e arrendevoli. Bambini ed anziani costretti a visite specialistiche fuori territorio o, in alternativa, a lunghe liste di attesa”.
E ancora: “Servizi riabilitativi per persone con disabilità smembrati in sedi inadeguate da direttori ignavi a rispondere alle esigenze dell’utenza, servizi di diagnostica essenziali ridotti all’osso“.
“Mancano ancora metodi e strumenti concreti per la governance reale della sanità e, di fatto, manca ancora la transizione, auspicata nel 2005, dalla politica sanitaria alle politiche per la tutela della salute incentrate su servizi socio-sanitari efficienti e di qualità – continua il testo –. Non c’e ancora l’esperienza concreta del Piano Attuativo Locale (Pal) e dei percorsi per la definizione partecipata con i cittadini dei Programmi per le Attività Territoriali (Pat), sebbene previsti da anni. Di contro, invece, la Asl Bari riorganizza i distretti socio sanitari e accorpa il Distretto 3 di Bitonto al Distretto 5 di Grumo. Con un semplice provvedimento di riorganizzazione, perdiamo la direzione distrettuale diffusa tra le due sedi, con inevitabili disagi e conseguenze per servizi, governance e prospettive di reale potenziamento”.
Ecco quindi quali sono le proposte avanzate da “cittadini competenti” per il territorio: “L’immediato sblocco ed utilizzo delle risorse finanziarie già pianificate dalla Asl nel piano di lavori pubblici 2013 e non ancora spese, pari ad oltre 3 milioni di euro, per interventi di ristrutturazione edilizia, adeguamenti strutturali e riconversione; la sottoscrizione immediata di un patto di corresponsabilità locale per la pianificazione strategica e multidimensionale degli interventi e delle risorse da destinare; l’immediato coordinamento e l’erogazione dei servizi specialistici e di diagnostica strumentale distrettuali, già attivi e disponibili in loco anche per attività di triage nelle urgenze (esami radiologici per le urgenze) attualmente non erogate; una conferenza dei servizi sanitari tra Asl Bari e Comune di Bitonto, allargata alla partecipazione attiva, per delineare modalità, tempi e risorse per il potenziamento dei servizi e l’immediato potenziamento del servizio di accettazione delle emergenze, oggi solo punto di primo intervento, del poliambulatorio di terzo livello, dei day-service chirurgici e di medicina generale. Infine, la riorganizzazione e il trasferimento del servizio di medicina fisica di riabilitazione, dalla sede dell’Asp “Maria Cristina di Savoia al centro servizi sanitari territoriale di via Comez”.