“Oggi ho visto delle
cose splendide qui a Bitonto, cose che non ho mai visto in vita mia: un centro
storico fantastico, strade belle, curate. Un percorso di rivalorizzazione davvero
intrapreso per il meglio”.
È questo l’effetto che ha fatto la nostra città a Dodi Battaglia, storico componente dei Pooh, che ieri sera ha animato piazza
Cavour in onore della festa patronale.
Bitonto ha fatto breccia anche nel cuore di un grande della musicaitaliana, ha lasciato il segno, ha scolpito negli occhi la bellezza delle
nostre viuzze, dei nostri monumenti.
“La Puglia è una terra fantastica, cominciammo
proprio di qui la nostra carriera – apre, così, la conferenza stampa Battaglia, intervistato dal giornalista Raffaele Capaldi, vero appassionato delle sette note -. Ci ha dato da vivere, ci ha
dato amicizie: infatti è proprio grazie
ad un caro amico che ho conosciuto Bitonto e il vostro sindaco Michele a
cui è venuta la splendida idea di fare un concerto qui”.
Ma quello che colpisce in lungo e in largo per lo Stivale è “l’estremo
senso di accoglienza, la bonarietà e i sorrisi che ti fanno sentire a casa”.
I Pooh, in attesa del loro cinquantesimo anniversario assieme (2015),
hanno deciso di prendersi due anni di pausa: “In questi due anni ho deciso di fare quello che mi piace, compreso
suonare con i Palasport la nostra
cover band ufficiale dal 2006”.
Ma la carriera di Dodi Battaglia non si limita solo al grandioso
percorso con la storica band a cui appartiene, ma è impreziosita anche da grandi collaborazioni.
“A gennaio 2015
inciderò un cd da solista con Tommy
Emmanuel (che ha già collaborato per i Pooh nel 2000 suonando la
chitarra acustica nel tour “Cento di queste vite”, ndr) e saremo quasi come una
piccola orchestra sinfonica assieme”.
Si fanno importanti anche i ricordi e le persone care che hanno segnato
il grande successo dei Pooh.
“Anche se è scomparso
più di un anno fa, Valerio Negrini è
sempre nei nostri cuori: da figlio unico, ho provato per lui un amore fraterno – ricorda Dodi
Battaglia -. Ha fatto per noi un grande
lavoro, scrivendo i nostri testi con frasi che sono rimaste nella memoria di tutti”.
Il panorama della musica attuale, però, non rincuora quasi per nulla il
cantante.
“La mia prima moglie
era di Washington ed ero spesso all’estero, frequentavo locali dove si faceva
buona musica e avevo la possibilità di ascoltare le cose con anticipo,
potendole, poi, sperimentare – racconta il Battaglia -. Ora, però, la musica sta prendendo una
brutta piega: il fatto che ci sia una forte reperibilità tramite internet,
nonostante la grande professionalità di chi si impegna per fare buona musica,
ha reso superficiale la sua fruizione”.
E aggiunge: “La musica è comunicazione e noi, con i
nostri strumenti, siamo strumenti di comunicazione”.
Consigli per i giovani artisti? “Difficilmente do consigli alla gente perché
ognuno di noi deve prendersi la responsabilità dei propri errori. C’è però un
fatto: rispetto ad un tempo le case discografiche danno meno chance, per questo
per investire nella musica, essa deve essere davvero parte integrante e
pulsante della nostra vita”.
E poi un monito: “In
Italia ancora nessuno ha capito che è grazie al nostro melodramma che siamo
famosi nel mondo, grazie alla musica di Bocelli, della Pausini, di Ramazzotti e
molti altri artisti. Lavoriamo all’estero in maniera molto empirica e nella
nostra nazione ci vorrebbe un minimo di protezione di cui nessuno si prende
cura”.
È il sindaco, Michele Abbaticchio,
a chiudere l’incontro mostrando il video promo del “Parco delle arti” che renderà, di fatto, Bitonto un parco aperto ai
visitatori ricco di contenuti.
“Dodi Battaglia,
grazie ai suoi lusinghieri complimenti verso la città ha detto ciò che è nelle
nostre intenzioni attraverso il Parco delle arti. Vorremmo trasferire i
messaggi degli artisti che arrivano a Bitonto in concretezza, raccontare l’arte
che rappresenta un grande patrimonio per tutti noi” dichiara il primo
cittadino.
“La musica,
soprattutto, ha avuto nel tempo un grande compito educativo – aggiunge Abbaticchio
-: ha educato i ragazzi sostituendo gli
insegnamenti che venivano a mancare all’interno delle famiglie. L’educazione
dei minori a rischio è data anche dalla bellezza dell’arte”.
Forse hanno ragione, sarà l’arte a salvare il mondo….