«L’olivicoltura italiana è diventata il
bancomat per tutte le colture secondarie nazionali sostenute da clientele ed
apparati politici, ed è stata tradita ancora una volta da Governo e Regioni
passando da produzione strategica a produzione da annullare».
È forte la denuncia del Presidente del
Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, Gennaro
Sicolo, che ha
stigmatizzato le proposte scellerate di applicazione del regime del sostegno
specifico, istituito con il nuovo sistema dei pagamenti diretti della PAC
2015-2020.
«Ho letto il documento MIPAF sulle
scelte nazionali per il sostegno accoppiato della PAC diffuso nella giornata di
ieri e sono rimasto negativamente colpito e amareggiato dalla piega che sta
prendendo il negoziato tra Ministero e Regioni. Esprimo pertanto, a nome degli
olivicoltori che rappresento un forte malumore e invito i politici italiani a
riconsiderare con attenzione le loro ipotesi di lavoro sulla ripartizione degli
aiuti accoppiati»,
ha continuato Sicolo.
«Sono decisamente sulla cattiva
strada. I 57 milioni di euro riservati come premio per l’olivicoltura sono meno
di quanto i produttori perdono per effetto dell’applicazione della trattenuta
del 10% che serve a alimentare il budget per gli aiuti accoppiati – ha evidenziato Sicolo –. Se dovessero confermare questa sciagurata
ipotesi di lavoro, il Ministro e gli Assessori regionali si assumerebbero la responsabilità
molto grave di creare delle insormontabili difficoltà per il comparto italiano
della produzione di olio d’oliva».
«Il CNO da qualche anno ha
sensibilizzato i politici regionali e nazionali sulle criticità derivanti dalla
nuova PAC per il settore dell’olivicoltura, evidenziando la necessità di
trovare strumenti di politica agraria efficaci, come per l’appunto il sostegno
specifico. Le proposte sulle quali si sta negoziando – ha rimarcato Gennaro Sicolo –, sono deludenti, contraddittorie rispetto
agli impegni che erano stati formulati dai politici da noi interpellati e tali da
accelerare quel processo di perdita del potenziale produttivo olivicolo che
interessa le maggiori aree produttrici del nostro Paese».
«Per evitare questa catastrofe è necessario perlomeno tornare alla prima
ipotesi prospettata dal MIPAF che destinava al nostro settore una dotazione di
100 milioni di euro», ha
concluso il Presidente del CNO.