Continua inarrestabile come un treno l’attività dell’associazione Mariottolibera.
Ancora una volta, al centro dell’impegno dei suoi membri e sostenitori
c’è la bellezza, quella del paesaggio circostante.
Perché è difficile
rassegnarsi all’immagine di un territorio che un tempo, soprattutto in primavera, rallegrava il cuore e che oggi somiglia a un corpo violentato e abbandonato.
Così, oggi pomeriggio l’associazione sarà
impegnata nell’iniziativa “Mariotto trash festival…Aspettando il Comune”.
Un titolo ironico e amaro al tempo stesso, nel quale risuona la lezione di Beckett, ma con la viva speranza
che l’attesa di un
intervento delle istituzioni non si concluda come per Vladimiro ed Estragone.
Vale a dire in un nulla di fatto.
A partire dalle 15, i “paladini”
della natura si ritroveranno in Piazza Roma.
Poi, tutti insieme si sposteranno nelle aree
periferiche per ripulire alcune campagne ricoperte di rifiuti.
“Quasi sicuramente partiremo dalla zona del cimitero”, spiega il presidente di Mariottolibera, Angelo Pasculli, “ma allo stato attuale le aree più preoccupanti sono via Le fornaci e la zona delle torri. In queste, però, non possiamo intervenire perché
ormai i normali rifiuti si sono mischiati a rifiuti speciali come amianto e scarti edili”.
Scopo dell’iniziativa è sensibilizzare le coscienze e riprendere con
l’amministrazione un dialogo che, sebbene non si sia mai interrotto, procede
flebile e necessita di uno scossone.
Infatti, dopo gli incontri che si sono tenuti nei mesi scorsi e nei quali è stata sollevata anche la preoccupazione di una presenza di amianto, l’amministrazione si era dapprima impegnata a ripulire le
campagne entro dicembre 2013 e poi entro marzo 2014.
Ma, ad oggi, non si sono registrati interventi e, quindi,
Mariottolibera per il momento procede
per conto proprio, confermando come il futuro dei paesi sia sempre più nell’associazionismo volontario che nella politica.
“Le scadenze che ci avevano
dato non sono state rispettate”, conclude Angelo Pasculli, “capiamo i tempi della macchina amministrativa, ma
almeno un segnale,
iniziando a ripulire una qualsiasi parte del paese, dovevano darlo”.