Con
il volto esangue e i capelli sparsi sul petto, l’Addolorata troneggiava
sull’altare. In quel pugnale argenteo che le trafigge il petto, la stessa luce
di uno spicchio di luna che d’inverno ferisce il cielo.
Frattanto,
ai suoi piedi, un gruppo di musicisti perlopiù giovani eseguiva musiche sacre
ispirate alla Settimana Santa. Era l’orchestra di fiati “Filarmonica Bitontina” diretta dal maestro Nicola Cotugno, che nella chiesa Maria S.S Addolorata di Mariotto domenica sera ha fatto rivivere i
brani di Petrella, Cotugno, Abbate, Amenduni, Rizzola e Carelli.
Così,
un pubblico non numeroso ma estremamente coinvolto ha potuto sentire e toccare
con mano, grazie a questi sei “Cantori del dolore”, quanto difficilmente si
potrebbe ridire a parole. Vale a dire tutte le sfaccettature di un’umanità
sofferente, specchio del Cristo che in Croce s’è offerto al mondo.
Un
feretro che dondola sopra spalle amiche.
Il
dolore di una chioccia che ha perduto il suo bambino.
Gli
occhi spenti di una giovane moglie che invecchierà senza lo sposo.
Un
figlio che sfiora piano la fredda lapide del padre e in cuor suo sussurra
“torna a casa”.
L’iniziativa,
proposta dal direttore Cotugno, è stata fortemente voluta e accolta da Don Emanuele Spano e dal comitato feste,
per dare inizio a una settimana di riflessione e compartecipazione emotiva ai
dolori di Cristo e del mondo. Ma per Don Emanuele queste occasioni sono anche un
modo per perpetuare il repertorio bandistico dei nostri paesi, “perché perdere le tradizioni significa
vivere senza radici e, quindi, smarrire sé stessi”.
Dal
canto suo, invece, il direttore della “Filarmonica Bitontina” ha ricordato il
valore pedagogico della musica, quasi sulla scia dello scrittore Miguel de Cervantes per il quale “dove c’è musica non può esserci nulla di
cattivo”.
“Questi sono ragazzi che
non prendono brutte strade, perché trascorrono il loro tempo dedicandosi
all’arte”, spiega Nicola Cotugno, il quale coglie anche l’occasione
per dichiararsi rammaricato della scarsa attenzione che l’amministrazione
comunale rivolge alla sua attività e ai suoi giovani musicisti.
Il
concerto, di indubbia qualità artistica, si è concluso con l’applauso sentito e
caloroso del pubblico presente e con la soddisfazione di tutti gli
organizzatori. Ma resta la speranza che negli eventi futuri i mariottani trovino
il coraggio di seguire il richiamo del bello e delle emozioni, togliendo dal
cuore la maschera dell’indifferenza e dell’aridità.