Ieri mattina gli studenti del Master internazionale in “Agricoltura Biologica Mediterranea”, che
si sta svolgendo presso l’Istituto
Agronomico Mediterraneo (IAM) di Bari, sono stati ospiti dell’azienda
olivicola biologica di Michele Murgolo in contrada Fontana Morta, nelle
campagne tra Palombaio e Terlizzi.
Gli studenti, tra i 23 d i 25 anni, tutti laureati in
agraria e pronti a specializzarsi in corsi post universitari, provenienti dai
Paesi del bacino del Mediterraneo (Tunisia, Marocco, Albania, Kosovo, più
quattro ragazzi partecipanti al corso “Edamus – Erasmus Mudus”, da Inghilterra,
Portogallo, Mauritius e Vietnam), hanno potuto verificare tecnicamente sul
campo la composizione delle campagne e delle piante ed hanno interrogato
Michele Murgolo sulla produzione e sul lavoro condotto per ottenere un prodotto
oleario biologico.
Accanto a questi studenti stranieri anche i ragazzi di
una classe dell’indirizzo agrario dell’Istituto d’Istruzione Superiore “De
Gemmis” che ha sede a Terlizzi e Bitonto.
Tante le domande rivolte all’imprenditore bitontino,
che ha ripercorso così i suoi ormai quattro anni di lavoro dedicati al
biologico. Dapprima ha illustrato la composizione delle sue terre, con ben 3150
piante, di cui l’80% con un età compresa tra i 70-80 anni ed un 20% tra 25-26
anni, anche se non manca un albero secolare di circa 300 anni e che verrà
candidato, assieme al fondo, al concorso “Oliveti d’Italia” dell’Associazione “Città
dell’Olio”.
Murgolo poi ha risposto ai numerosi quesiti avanzati dai
ragazzi del master, che, guidati dall’interprete e referente dello IAM, Maria
Carla Martelli, spaziavano dal tipo di concime e fertilizzanti utilizzati alla
distanza tra le varie piante (9×9 metri oppure 7×7 metri); dall’importanza e
dai perché del passaggio al biologico (decisamente più conveniente perché presenta
un prezzo maggiore di 70 euro circa al quintale rispetto all’olio
convenzionale) al come difendersi dalla minacce, la più pericolosa
rappresentata dalla mosca olearia; dalla potatura alla resa; dal tipo di
raccolta alla tempistica legata all’irrigazione.
Un panorama ampio di domande, dunque, con il quale
questi giovani studenti hanno potuto approfondire la conoscenza della nostra
terra, delle nostre piante e delle nostre tecniche di produzione, per poi
esportarle all’estero, nei loro Paesi d’origine: infatti, molti partecipanti a
questo master nel passato hanno poi trovato collocazione lavorativa nei
Ministeri e nelle Università dei loro Paesi.
All’incontro hanno partecipato anche l’assessore all’Agricoltura,Domenico Incantalupo, e l’assessore
alla Pubblica Istruzione, Vito Masciale,
i quali hanno rappresentato per l’occasione il Comune di Bitonto, che ha
collaborato per l’organizzazione dell’evento.
Da
Incantalupo e Masciale è emersa la necessità di «ripetere un’esperienza come quella dell’anno scorso, che fu molto
importante e positiva. Quest’anno, però, abbiamo portati sul campo anche i
nostri giovani, per far apprezzare loro meglio quello che il patrimonio di cui
noi disponiamo. La scuola è l’espressione della nostra società, pertanto
bisogna far sì che i fondi che vengono destinati siano investiti e non
consumati».