Ad oggi quanto la comunicazione 2.0 influisce su un viaggio e viceversa?
È stato questo l’argomento affrontato la scorsa domenica a Molfetta presso la Cooperativa Camera a Sud.
Gli equipaggi sono stati quelli di Apulia Slow Coast di Michele Guarino e Vostok 100k dei bitontini Lorenzo Scaraggi e Peppino Guardapassi, il timoniere della narrazione d’avventura, il giornalista e blogger Gianvito Rutigliano.
Apulia Slow Coast è un’avventura affrontata con un pedalò, da Michele – primo pedalatore di Brancaleone – che, partendo dalla Marina di Lesina, ha raggiunto la Marina di Ginosa. I quindici giorni di viaggio, di scoperta della costa, sono stati oggetto di documentario multimediale attraverso dei video – diari di viaggio, scatti fotografici e live blogging custoditi su www.apuliaslowcoast.it .
«Il viaggio l’abbiamo costruito giorno dopo giorno – ha raccontato Michele – . Avevamo l’esigenza di stare in giro almeno due settimane: nell’idea il viaggio era slow ma è diventato sempre più duro, per via delle scelte che facevamo».
«Abbiamo costruito le tappe, attraverso i racconti di chi ci abita – continua nel racconto -. Non avevamo una preparazione atletica adeguata e le giornate erano senza sosta dalle 6 del mattino all’1 di notte. Ci siamo fatti condizionare dai social a volte dagli appuntamenti, dalle interviste con i residenti».
Emblema, quindi, di come a volte i social riescono a condizionare la nostra vita, limitandoci anche la libertà di ciò che è nato come desiderio della libertà stessa: il viaggio.
Non è andata così per Vostok100k di Lorenzo e Peppino.
I bitontini sono stati mossi da un desiderio ambizioso: compiere il giro del mondo a bordo di un camper.
Prima di cimentarsi in questi 100.000 km di viaggio, il camper – ribattezzato Vostok – ha già viaggiato verso Capo Nord, attraversando Croazia, Bosnia, Serbia, Slovacchia, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Austria, e poi verso la Cappadocia.
«Io e Peppino siamo devoti al Dio del viaggio e questo con noi è sempre benevolo – prende a raccontare Lorenzo Scaraggi -. Nasco come fotografo e il mio amico come pittore: ci piace raccontare storie, a volte, inventarle.
Il primo viaggio l’abbiamo affrontato dopo l’acquisto di una videocamera. Siamo partiti per tutta Italia, poi c’è stato un viaggio nel Sahara, Marocco, Algeria e lì ci è capitato di tutto.
Anziani tedeschi, forse reduci dalla guerra, in auto grill, gente che ti ospitava e ti mandava dal cugino verso un paese sconosciuto, marocchine dalla pelle bianchissima con i capelli rossi e le lentiggini: proprio quello ci piace fare, trovare città invisibili, come quelle del Calvino, e trovare personaggi singolari».
Tutto è raccontato nel loro blog (http://www.vostok100k.com/) e sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/vostok100k .
Pare che come Ulisse, i nostri concittadini, ad ogni isola raccontino e vengano assaliti dalla gente, si lascino trasportare dalle vite e dalle emozioni come dei randagi viaggiatori nell’anima del mondo.
Tutto quello che desiderano è guardare le stelle d’ungarettiana memoria, vedere quel luccichio dietro la finestra dei sogni.
“Le persone oggi sono distratte” si è ripetuto più volte durante l’incontro. Oggi cosa desiderano?
Bisogna far fronte all’esigenza del racconto diversa rispetto a quello dei nostri antenati in cerca dell’America, delle Indie, o semplicemente come itinerarium mentis in Deum o contra Deum, come quello del polytropos.
Tutto viene visto in tempo reale su Facebook, Instagram, Twitter, e tutte queste mila diavolerie, ma la foto, la frase, che viene vista e letta quanto dura nel cuore di chi la osserva?
Ecco, chiediamoci: oggi, quanto dura un’emozione?