Capita, a volte, che i
sogni diventino realtà. Devi inseguirli, devi crederci, ma, soprattutto,
devi viverli. Ieri a Rutigliano tutti i quattrocento e passa tifosi neroverdi
hanno vissuto il loro sogno, bellissimo, unico. Un sogno inseguito per tanto
tempo, novantatrè lunghissimi anni per la precisione, un’eternità. Tutti seduti sugli spalti del Comunale, ordinati
e soprattutto disciplinati, per novanta minuti immersi in uno spettacolo che,
col passare del tempo, diventava sempre più bello, sempre più vero, con le
sembianze di un sogno da realizzare. Il
triplice fischio finale del direttore di gara è stato l’inizio dell’apoteosi,
segno tangibile che quel desiderio, per quei quattrocento e passa tifosi, era
diventato la realtà.
Una cosa, però, è certa: non si può raggiungere un risultato
senza sacrifici e senza impegno, lo sappiamo benissimo. Il risultato, a maggior
ragione se positivo, è figlio del sudore, dell’impegno, della costanza e dei
sacrifici. L’impegno di chi scende
in campo, il sacrificio della
dirigenza, la costanza della
tifoseria hanno avuto ieri, a Rutigliano, il giusto riconoscimento. Non si
veste la maglia neroverde se non si è disposti a dare il massimo, in qualsiasi
occasione, sia chiaro. Ma quando le soddisfazioni arrivano, sono amplificate,
per tutti, proprio perché ricercate con caparbietà ed impegno. Le incertezze
della vigilia, mixate ai canti festosi del lieto evento, avevano alla fine un
solo significato, una sola interpretazione: la voglia di vincere era diventata un successo. Però, un interrogativo
è d’uopo: possono la voglia di vincere e la consapevolezza dei propri mezzi, incrementare
la forza da mettere in gioco? La risposta? Sì. È quello che è accaduto ieri, né
più e né meno. I neroverdi hanno giocato al gatto con il topo, costringendo gli
avversari ad una battaglia senza equilibri. Da una parte il Bitonto, navigato
galeone di pirati, saggiamente governato da quel Di Venere sempre attento a qualsiasi dettaglio, e dall’altra l’Altamura,
probabilmente eterna seconda. Grinta, forza e determinazione significano
vittoria, schiacciante. Qualcuno, ieri prima della contesa, analizzando il
momento topico, sentenziava convinto: “Noi siamo il Bitonto, non possiamo e non
dobbiamo mollare”. Parole sante. Mai un pericolo, mai uno sbandamento, segnali,
questi, di dominio incondizionato e, giustamente, controllato. Anche noi, prima
della contesa, ne eravamo certi, consci di sapere sin dove il galeone pirata
avrebbe potuto spingersi senza affanno. Una rotta verso il successo, proprio come è accaduto.
Una pagina di storia, in bianco, il destino ha
consegnato nelle mani di questi neroverdi, pronta ad essere scritta. Ebbene,
dopo quasi un secolo di vita, questo leone forse ha ruggito per la prima volta,
dimostrando a quei quattrocento e passa seduti in tribuna che è arrivato il
loro momento. Il momento in cui il
sogno, bellissimo, diventa realtà.