Potrebbero rappresentare un problema “invisibile” perché facilmente confondibili con quelli reali.
Potrebbero, allora, passare inosservati ed essere messi in secondo piano. Ma in una città dove, purtroppo, si tende difficilmente a familiarizzare con la legalità e i buoni costumi, di “invisibile” esiste poco.
Ecco, allora, i passi carrabili falsi. Altra grande furbata bitontina (e italiana, of course) e altro grande problema per gli automobilisti, già costretti a imprecare tra bidoni della spazzatura, parcheggi a pagamento, segnaletica per poter finalmente parcheggiare.
Girando per la città, infatti, (e le foto sono il miglior testimone), non è difficile imbattersi in passi carrabili “ad personam”, fatti di belle scritte “Si prega di lasciare libero il passaggio” oppure “Divieto di sosta” o solo il simbolo.
Già, perché un passo carrabile in regola deve portare in calce il nome del Comune di riferimento e in basso la data di rilascio con il numero di concessione. Insomma, una sorta di legalità(?) fai da te, per farsi beffe di coloro che rispettano il regolamento. Sì, esiste anche un regolamento. Il Consiglio comunale cittadino lo ha approvato a dicembre 2004 e recepisce alcuni articoli del decreto legislativo del 1992, e sancisce che «sulle strade di proprietà comunale senza la preventiva autorizzazione del Comune non possono essere costruiti nuovi passi carrabili, né possono essere apportate trasformazioni o variazioni a quelli esistenti».
Si stabilisce anche che l’autorizzazione («che ha una durata di venti anni, rinnovabili») all’installazione (quelli veri, si intende) costa al richiedente 50 euro relativi agli oneri sostenuti dal Comune per il sopralluogo, più diritti di bollo e di segreteria. Più le quote relative al canone annuale del passo carrabile, determinate dalla ripartizione delle vie cittadine moltiplicate per la dimensione del cartello, oltre anche alla spesa della tassa relativa all’occupazione del passo carrabile.
Questo, però, vale soltanto per gli onesti, perché i furbetti fanno da sé e pensano bene di evitare di rimpinguare le casse comunali, davvero floridissime.
Ovviamente ci sarebbero anche le sanzioni, in quanto «tutti coloro che realizzino o mantengano passi ed accessi carrabili senza la preventiva autorizzazione di cui all’art. 3 del presente regolamento sono assoggettati alle specifiche sanzioni previste dall’art. 22 del D. Lgs. n. 285 del 30/04/1992 e in caso di violazione delle altre prescrizioni contenute nel presente regolamento, e nel provvedimento autorizzatorio, i titolari delle autorizzazioni sono soggetti al pagamento della sanzione amministrativa di €. 50,00».
Peccato che dalla teoria alla pratica ci sia un po’ di differenza…