Dal
segretario della sezione bitontina dell’UDC, Vito De Santis, riceviamo e volentieri pubblichiamo.
«Politica
se ci sei batti un colpo!
In
democrazia è risaputo, vige la regola della maggioranza in virtù della quale i
più decidono per gli altri (vedi legge elettorale).
Quanto
detto costituisce però vacuità che a volte stride con la realtà e che fa perdere
di vista la eziologia di un ragionamento atteso che molti sono gli accadimenti
che fanno sorgere dubbi sulle presunte decisioni a maggioranza. Voglio dire:
non posso pensare che certe persone che ben conosco siano all’improvviso
diventate incapaci di intendere e di volere, creando con diverse decisioni
senza né capo e né coda un caos senza precedenti, così da arrecare un notevole
disagio ai bitontini. Decisioni che inevitabilmente sono sfociate in tardive
resipiscenze che hanno suggerito un ritorno al passato (leggi modifiche capolinea
e fermate autobus).
Non
posso pensare che tanti anni di militanza politica in partiti che hanno avuto
come stella polare “la condivisione ed il decisionismo” siano passati invano
come acqua silente sotto i ponti (leggi lotta alla criminalità).
Non
posso ritenere che la enorme esperienza politica accumulata negli anni e che,
per semplice deduzione logica, ritengo alberghi ancora nella mente di molti
componenti la c.d. maggioranza, sia diventata all’improvviso insipienza e
cecità (leggi riscossione caotica ed errata di tasse esose).
Ergo,
se tanto mi dà tanto, è facile ritenere che non sono i molti di cui innanzi ma
i pochi che governano la città mentre gli altri se ne stanno comodamente
adagiati tra le braccia di Morfeo, ovvero (il che è ancor più grave) si sono
ridotti a rango di zerbini fatti di setole di cocco spelacchiati.
Le
decisioni (se mi è concessa la ovvia riflessione) devono essere prese con il
coinvolgimento di tutti i componenti a meno che qualcuno non abbia scelto il
ruolo di famulus.
A
Bitonto si ha la sensazione che sia solo il solito a decidere, mentre gli altri
si proteggono dal freddo schiaffeggiandosi a vicenda.
Va
da se che quando v’è una maggioranza, sia i meriti che i demeriti devono essere
distribuiti in ugual misura tra tutti coloro che hanno bussato alla porta, al
fine di evitare che vi siano alcuni decorati al valore politico ed altri umiliati
in un letto di contenzione. Dice un vecchio adagio: “hanno fatto l’orchestra
sinfonica con un violino e cento tamburi”.
Le
ragioni di questa farsa risiedono nella rabbia e nella sete di vendetta che
hanno infiacchito gli animi di coloro i quali erano, fino a poco tempo fa,
ritenuti i più scaltri del proscenio politico bitontino, al punto da essere
oggi ritenuti gli unici artefici del completo disastro. Non solo! Ma se non
decidono subito di cambiare, nel prossimo futuro non vi saranno molte
prospettive sia a livello di stretta territorialità che di ampio respiro
provinciale, regionale e nazionale.
Perseverare
nella diabolica convinzione che il fato prima o poi spariglierà le carte, è
pura follia.
Ed
allora cosa fare? Il dilemma come sempre è cornuto: 1) pretendere di governare
sulla base di decisioni condivise ovvero 2) abbandonare la nave e lasciare l’arrogante
nocchiero al suo destino.
Una
scelta coraggiosa (la seconda) che potrà ridare il rispetto perduto e potrà
rinvigorire l’orgoglio infiacchito.
Defatigatoria
ed irrazionale appare invece la strenua difesa del “Nostro Sindaco” (vedi
manifesto apparso in Bitonto) che si vuol fare apparire come la Dea Minerva
nella giusta distribuzione di incarichi. Infatti, ai tempi della meritocrazia,
prima si facevano gli avvisi pubblici ed indi si sceglievano i soggetti, oggi
si ha la sensazione invece che si confezioni l’abito su misura possibilmente
sfiancato al punto giusto.
Se
è vero quanto detto sin ora, è anche vero che se Atene piange, Sparta non ride!
Ed infatti, quando si legge che un componente la Direzione del PD Bitontino, ha
detto che contro l’attuale maggioranza bisogna esercitare una opposizione
“costruttiva” significa che siamo alla frutta. In altre parole, alla
opposizione si deve sostituire la opposizione costruttiva (sic!)?
Mai
prima d’ora si era sentita una simile sciocchezza ma non è mai troppo tardi!
Orbene
se per ipotesi dovessimo dare retta al Dirigente, dovremmo anche dare risposte
ad alcune domande: ma sino ad oggi i democratici in Consiglio Comunale hanno
scherzato? Hanno fatto i furbetti del quartierino? Ovvero hanno preso in giro
prima i Bitontini e poi loro stessi? I manifesti murali del PD erano stati
fatti ioci causa?
Non
penso che i consiglieri e i dirigenti del PD si siano bevuti il cervello, anche
se qualcuno ritiene che a volte le logiche delle elezioni, possano far compiere
miracoli anche ai più convinti atei del mondo.
Ed
allora delle due l’una: o parte della sinistra cerca di stringersi in un unico
abbraccio oppure il PD ha la necessità di rinchiudere il sedicente dirigente in
un luogo sicuro e farlo ivi soggiornare per tre giorni e tre notti con la
speranza che rinsavisca.
Bitonto
dopo due anni di vacatio ha bisogno della politica che affronti e risolva i
tanti problemi che attanagliano i bitontini con l’urgenza della risoluzione.
La
gente non scherzava quando diceva di voler cambiare! Ovviamente in meglio!
Invece cosa resterà di questi due ultimi anni? Solo musica, canti e balli
carnascialeschi.
Qualcuno
non ha capito e continua a pavoneggiarsi andando sempre alla affannosa ricerca
della vanagloria, promettendo tutto ed il contrario di tutto.
La
gente vuole fatti e non parole, dei sermoni si è stancata».