Terminata l’Eucarestia di ringraziamento, è andato via in punta di piedi.
Come era arrivato.
Mentre sul muro della chiesa, in una rigida sera di gennaio, scorrevano le immagini dei 50 anni della vita della parrocchia di cui è stato l’anima. Il passo lento, la canizie, la sobrietà nei gesti, il diniego per la ribalta sono stati i segni del ritorno di don Antonio Mattia a Cristo Re Universale.
Una parrocchia secondo Concilio, come è stato più volte e giustamente ricordato.
Ma soprattutto la “vigna” in cui don Antonio ha lavorato come “servo inutile”.
Incontrando le persone che gli erano state affidate non per trarne qualche vantaggio, ma per prendersi cura di loro, della loro vocazione alla gioia, del loro essere figli di Dio.
A lui moltissimi hanno (abbiamo) aperto il cuore con una confidenza senza eguali in cui lui ha seminato la Parola che dice la verità, che apre alla speranza eterna, che guarisce con il perdono.
Don Antonio compirà tra qualche giorno 81 anni, in una spiritualità che il tempo ha reso ancora più splendente.
Grazie a don Antonio per tutto quello che continua a donarci e insegnarci.
Per la sua testimonianza di vita ancorata al Vangelo e alla Fede che ci ha trasmesso…