Il 22 Dicembre torna il progetto artistico Tran-siti con l’intervento site-specific Handbook – Come vorresti migliorare la città. L’evento, patrocinato dal Comune di Bitonto in occasione delle manifestazioni del Natale 2013, è a cura dell’associazione culturale ArtSOB, di Lara Carbonara e Lucrezia Naglieri, in collaborazione con la interior designer Noemi Morea.
Handbook sfida il vuoto comunicativo che c’è nelle città, che ha come conseguenza il ripiegamento in sé e la perdita di contatto umano. Il luogo della Porta Baresana verrà pulito e personalizzato con ornamenti floreali, pittura, cibo, indumenti, cartoline, sedie.
Si scatteranno fotografie ai passanti, si cercherà di fermarli, si chiederà loro di scrivere in che modo migliorare la propria città. Sarà chiesto loro di annotare le percezioni dei luoghi come parte della loro identità. Si incolleranno dei fogli con la richiesta di apporvi suggerimenti, commenti o lamentele per rendere più ‘vivibile’ la città.
Questo tipo di performance è ispirata al progetto Gotham Handbook (New York, 1994) ‘imposto’ dallo scrittore americano Paul Auster all’artista francese Sophie Calle. Seguendo le istruzioni di Auster, Sophie Calle sceglie un punto della città – una cabina telefonica – dove trascorre un’ora ogni giorno, guardando tutto quello che succede, prendendo nota di tutti coloro che passano e si fermano. Per una settimana, la Calle registra dettagliatamente su un diario e fotografa tutti i suoi sforzi: il numero di sorrisi che ha dato e ricevuto, il numero di persone che hanno usato la cabina telefonica decorata, le sue conversazioni senza senso con gli sconosciuti, il cibo e le sigarette da lei distribuiti ai senzatetto.
Il motivo della comunicazione con gli estranei, dell’appropriazione degli spazi, dello scambio e del vagabondaggio sono una sfida ad interagire con un mondo che solitamente non abbiamo il tempo di osservare. Nel caso dell’operazione Handbook – Come vorresti migliorare la città, creare delle situazioni relazionali forzate ha come obiettivo spingere i cittadini ad interagire con lo spazio della città – in particolare, con un luogo nevralgico e di transito come la Porta Baresana – e a relazionarsi con esso, ad abitarlo, a prendersene cura come si fa con una casa, la propria.
Non cercare di trovare troppo rapidamente una definizione della città – scrive Georges Perec; non è cosa da poco, e ci sono molte probabilità di sbagliarsi. Innanzitutto fare l’inventario di quanto si vede. Elencare ciò di cui si è sicuri. Stabilire distinzioni elementari; per esempio tra quello che è la città e quello che non è la città. Una città: pietra, cemento, asfalto. Gente sconosciuta. Megalopoli. Città tentacolari. Arterie. Folla. Formicai? Cos’è il cuore di una città? E l’anima di una città?
Perché si dice che una città è bella o che una città è brutta? Come si conosce una città? Come si conosce la propria città? (….)Si vorrebbe passeggiare, andare a zonzo, ma non si osa; non si sa andare alla deriva, si ha paura di perdersi. Non è un camminare vero e proprio è un misurare. Non si sa bene cosa guardare. (…) Si comincia ad impossessarsi della città. Ma ciò non significa che si cominci ad abitarla”. (da ‘Specie di spazi’)
L’azione performativa si svolgerà la mattina del 22 dicembre dalle 10 alle 13, momento in cui il vano sarà abitato e allestito del materiale prodotto durante l’azione, e resterà visibile fino al 14 gennaio 2014.
https://www.youtube.com/watch?v=EcLqdY-GgLA