Uno
dei principali problemi del nostro secolo sono le grandi e sempre più numerose
discariche che occupano i nostri territori, fastidiose sia all’olfatto, sia per
l’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria.
Ma
qual è la definizione di “discarica”?
Il dizionario della Giunti cita: “Zona in
cui vengono raccolti e accumulati i materiali di scarto della lavorazione
industriale, di residua dell’edilizia e i rifiuti solidi urbani”. I “rifiuti
solidi urbani”, quindi, sono quelli che noi produciamo.
Perciò da noi deve
partire l’idea di ridurre il continuo aumento sproporzionato delle discariche.
Un
aiuto ci viene da madre matura: tutto ciò che produce, quando cessa il suo
utilizzo, viene scartato, ma subito viene riutilizzato e rimesso in circolo.
Anche
i nostri antenati, prendendo spunto da essa, hanno acquisito questa giusta
strategia, per esempio utilizzando come fertilizzante il letame degli animali
da fattoria; infatti i campi pascolati erano anche più fertili.
Noi,
nel nostro piccolo, dobbiamo comportarci allo stesso modo, non solo acquistando
beni che possono essere assorbiti dall’ambiente una volta concluso il loro
utilizzo, ma anche riciclando quelli che non possono essere assimilati
facilmente.
Vediamo
alcuni esempi della biodegradabilità dei rifiuti – ovvero il tempo impiegato da
questi per essere decomposti dai batteri – per capire come un apparente gesto “innocuo”
può essere determinate:
· Carta
assorbente: più di 4 settimane
· Giornali : più di 2 mesi
· Scatola
di cartone: più di 2 mesi
· Carta
accoppiata : più di 5 mesi
· Resti
di frutta e verdura: da 3 mesi a 6 mesi
· Pannolino:
più di 1 anno
· Sigaretta:
più di 1 anno
· Legno:
più di 2 anni
· Scatoletta di metallo: più di 50 anni
· Lattina
in alluminio: più di 100 anni
· Accendino
di plastica: più di 100 anni
· Flacone
in plastica: più di 400 anni
· Pannolini
usa e getta: più di 450 anni
· Bottiglia
di plastica: più di 500 anni
· Sacchetto
di Plastica: più di 800 anni
· Contenitore
di polistirolo: più di 1000 anni
· Piatti,
bicchieri e accessori di plastica: da 100 a 1000 anni
· Card
plastificata o telefonica: più di 1000 anni
· Bottiglia
di vetro: alcuni millenni
· Pile:
alcuni milioni di anni
Nelle
nostre città ci sono ovunque i cassonetti adibiti a questa funzione. I colori
sono associati al tipo di rifiuto:
· Verde:
per il vetro, latta e lattine;
· Blu
o giallo: giornali, carte e cartone;
· Nero
o marrone: per i rifiuti organici (ad esempio i residui di alimenti).
Spesso
ci domandiamo quale cassonetto scegliere. La direttiva europea 97/129/CE ci
viene incontro con delle tabelle dove sono riportati tutti i simboli utilizzati
per la raccolta differenziata. (Nelle figura riportata sono citati solo i più
diffusi).