La signora Chiara Rinaldi è davvero stanca.
E’ stanca di
raccogliere, ogni poco, cocci e mucchi di terreno.
Di conseguenza, ha deciso di
lasciar stare le fioriere così come le hanno ridotte i soliti ignoti, tutte
sbreccate e impoverite dei fiori variopinti, che pure una volta vi svettavano.
Tuttavia,
non si dà pace di quella che le pare un’autentica persecuzione. Già perché lei
ha tutte le carte in regola affinché quei grandi vasi bianchi stiano sistemati
lì, quasi ad indicare la presenza del suo esercizio commerciale.
Ricostruiamo la triste storia, emblematica di una certa bitontinità.
Siamo in via
mons. Luigi Bovio, al civico 24 c’è un piccolo e graziosos negozio di accessori per tendaggi ed oggettistica
varia.
La titolare, la signora Rinaldi, è fortemente convinta che la lavorazione artigianale
degli oggetti, accurata e dettagliata, possa tenere testa alla concorrenza,
spesso sleale, dei prodotti cinesi.
A costruire i componenti da vendere, infatti, è lei stessa ed altri colleghi artigiani bitontini.
Insomma, c’è da
fidarsi.
Sennonché quel marciapiede così stretto e ripido, magari con le auto
che vi parcheggiano dinanzi, rischia di vanificare ogni pur encomiabile sforzo,
sottraendo la giusta visibilità all’esercizio commerciale.
Così, dal 2012 ha
chiesto al Comune di poter posizionare proprio in quel punto lì – uno spazio di
1 mtX0,50 mt – le fioriere suddette.
E per farlo, ha sempre pagato regolarmente
la tassa relativa.
Ora, puntualmente, ogni due per tre, odiosi atti di
vandalismo – “più o meno anonimi, più o meno involontari”, assicura lei –
danneggiano quei vasi bianchi.
Per questo, le sue domande, intrise d’amarezza,
nascono spontanee: “Ma perché nessuno mi tutela? Perché, nonostante il
Comune mi abbia autorizzato a predisporre le fioriere, non salvaguarda affatto
la loro integrità? Si può fare impresa venendo ostacolati ogni giorno in modo
così incivile?”.
Noi le giriamo a chi di dovere, nella speranza che si trovi una soluzione alla questione.