Un amore fuori da ogni
regola e logica.
Un amore tra due persone che non sono anime gemelle.
Una storia anticonvenzionale
che istintivamente si condanna come folle o scandalosa.
È la storia d’amore
descritta ne “Il libro dell’amore proibito” (ed. Mondadori) di Mario Desiati, presentato ieri al Corvo
Torvo dalla Libreria del Teatro.
I protagonisti sono Veleno
e Donatella.
Lui un quattordicenne, studente di una scuola media, lei professoressa di educazione
tecnica.
Un’attrazione, nata in un periodo difficile per entrambi, resa
difficile dalla differenza di età e di ruoli. Ma, paradossalmente, proprio le
diversità, la lontananza, i silenzi costituiscono il nutrimento di quest’amore
impossibile, il motore della loro crescita personale.
“Romantico,
solo, timido. È un adolescente per sempre che si ribella alla sua carta
d’identità”. Così lo scrittore definisce Veleno, per
alcuni versi sua controfigura.
Già presente, seppur con
altre caratteristiche, ne “Il paese delle spose infelici”,
Veleno torna nel nuovo romanzo insieme agli immancabili scenari della “Puglia sofferta”.
Ruolo centrale ha proprio
un muretto a secco, tipico della nostra regione.
“Le
nostre pietre fossili erano vita. Ora sono le nostre case, i nostri monumenti,
sono famiglie che si ricostituiscono. – spiega l’autore – Abbiamo una storia dentro e intorno a noi.
La Puglia, poi, cambia prima degli altri”. La trasformazione antropologica
dovuta all’arrivo dei clandestini albanesi nel ’91 ne è solo un esempio.
E una trasformazione l’ha
“subita” anche “Il libro dell’amore
proibito”.
Nel 2007, erano solo 20
pagine pubblicate per l’iniziativa “Corti di carta” del Corriere della
Sera. Poi, grazie all’aiuto dello scrittore Edoardo Albinati, prende forma. Una raccolta di racconti, l’idea
iniziale. “La storia però mi è scoppiata
in mano” spiega Desiati. Il titolo rimane invariato, anche per la
volontà di scrittore ed editore di non destare scandalo, ma di raccontare solo
una storia.
“È
bello vedere la realtà da più prospettive possibili –
ha commentato la psicologa Lizia
Dagostino, dialogando con l’autore –. Ognuno
deve poi riflettere e trarre le proprie conclusioni”.
A intervenire durante la
serata anche Pippo Mezzapesa,
estimatore e amico di Desiati.
“Gireremo
un book-trailer a Bitonto proprio
nei prossimi giorni”, ha rivelato il regista bitontino, dopo
aver incalzato l’autore con 10 domande proibite.
Tra queste, anche una battuta
sul suo film “Il paese delle spose
infelici”. Le modifiche del regista alla storia originaria hanno portato
Desiati a scrivere una seconda stesura del romanzo. “Ha trovato e letto delle cose di me che ho voluto inserire nella nuova
versione” ha spiegato l’autore.
Una domanda, poi, anche
sulle recenti dimissioni di Desiati da direttore editoriale di Fandango Libri.
“Voglio
dedicarmi alla scrittura e allo studio. Voglio leggere con innocenza, non
pensare alla forma dei libri ma alla storia”.