Da un’affezionata lettrice riceviamo e pubblichiamo.
“Ci
risiamo!
Il
Comune, che dovrebbe essere quello che tutela i cittadini, è il primo a provocare notevoli disagi agli stessi in
favore di un singolo privato.
Parlo
dell’evento di giovedì 24 ottobre
2013, ribadisco giovedì, giorno
infrasettimanale, che ha costretto a rimanere svegli e ha tenuto in ostaggio centinaia di persone abitanti
in via Giacomo Saracino e dintorni.
Ma
è possibile che il Comune autorizzi e disponga la chiusura di una strada
abitata da centinaia di cittadini, per di più un giovedì sera e in una zona centrale della città, per una festa privata, con tanto di
installazione di palco a centro strada, postazione dj e vocalist, senza limite
ai decibel.
Il
calvario è incominciato quando alle 19,48 volendo legittimamente ritornare a
casa e parcheggiare l’auto nel nostro cortile, sito appunto in via G. Saracino,
abbiamo trovato la strada chiusa e un vigile che, alla richiesta di poter
passare perché abitanti in via Saracino, di tutta risposta ci ha detto “ma non avete visto il divieto di transito?
non si può circolare!”.
Io non posso entrare in casa
mia?!?
Per
chissà quale benevolenza il pasciuto vigile ci ha permesso l’ingresso verso casa nostra, forse si è reso conto
dell’assurdità della situazione.
Ma
questo è stato solo il preludio.
Dopo
il montaggio di pedana, postazione dj e le diverse prove del vocalist, alle
21,00 circa comincia lo spettacolo:
canzoni dal vivo, musica dance, incitazioni al pubblico per balli scatenati il
tutto fino alle ore 0,00 e a tutto volume, a tutto volume tanto da far vibrare
finestre e suppellettili nelle credenze.
Alla
musica si aggiunge il caos per strada, che gli avventori generano anche nel
vialetto antistante il nostro cancello, occupando quindi anche gli spazi condominiali
e rendendo impossibile un’eventuale uscita con la macchina per una qualsivoglia
emergenza.
Contrariamente
a quanto si potrebbe pensare, la vera causa per la quale tante persone giovedì
24 ottobre 2013 in via G. Saracino sono state costrette a subire danni da rumore, non dipende,
dal gestore di un bar che abusa degli impianti di amplificazione, ma dal Comune che ha permesso con atti pubblici
e ufficiali questi fenomeni di
inciviltà, veri e propri attentanti alla salute delle malcapitate persone, costrette
a subire l’oltraggio del disturbo e quello dei diritti negati, che si
traduce nell’impossibilità di vivere normalmente la quotidianità: dal cenare
serenamente, guardare la TV, accedere o allontanarti dalla propria abitazione, sino
all’impossibilità di andare a letto in orari decenti.
Una vera e propria lesione dei diritti
di una persona”.