Un’immagine e il racconto
ha inizio.
Nessuna teoria da
dimostrare ma solo vita e storie da narrare. È così che prendono forma i
romanzi di Carmine Abate.
Lo scrittore di
origine calabrese, vincitore del Premio
Campiello 2012 e autore di numerosi racconti e romanzi, ha presentato ieri, presso la Sala degli Specchi di Palazzo di Città, il suo
ultimo libro “Il bacio del pane”.
Nel fantastico
paesino calabrese, Spillace, ogni estate sei amici d’infanzia si ritrovano. In
bilico tra l’esuberanza dei loro anni e la maturità, i ragazzi, vivendo le
emozioni e le esperienze estive, si riconducono in fretta alla conoscenza del
mondo adulto, proprio “come succede ai
fichi che la sera sono acerbi e al mattino diventano maturi al punto giusto”.
È
proprio della giovinezza e dell’amore giovanile che Carmine Abate ama parlare
nei suoi romanzi. Lo stupore per un sentimento che incanta per la sua novità e
che, dunque, si manifesta come genuino.
“Mi
interessa lo sguardo dei ragazzi che è lo stupore sul mondo, come se ciò che
hanno scoperto non esistesse prima di loro, come se chiamassero le cose per la
prima volta. Questo è uno sguardo affascinante, di speranza”, spiega l’autore.
La Calabria, terra
natìa dello scrittore, l’emigrazione, la necessità di conoscere le proprie
radici e di qui indirizzarsi verso i valori più sani della vita. Sono questi
gli altri temi che si intrecciano nel romanzo, affrontati con positiva
leggerezza e semplicità e tutti accomunati da un aspetto: l’autenticità.
Un arco di tempo narrativo
breve (luglio e agosto) per assaporare la concretezza del bello.
“Il
bacio del pane” è, infatti, un romanzo di formazione che conduce a scoprire i
valori universali: la solidarietà, l’amicizia, la semplicità e la volontà di
perpetuare sacre tradizioni, come quella di baciare il pane. Un’usanza arcaica
e meridionale, quella di avvicinare le labbra al pane, come segno di rispetto
per il lavoro, e simbolo di gratitudine
religiosa nell’assaporare il corpo di Cristo.
L’evento, organizzato
dalla Libreria del Teatro in collaborazione e con il Patrocinio
del Comune di Bitonto, è stato moderato da Gianluca Rossiello. A fine serata
sono state rievocate massime popolari legate al pane da ricordare, sperandone
nella veridicità: “laddove fanno il pane buono, ci sono persone buone”.