Terza domenica di ottobre, festa dei Santi Medici.
Ogni anno, sempre lo stesso giorno. Eppure unico e inimitabile nella sua eterna fissità.
Gli occhi pieni di vita di quel bambino seduto sopra
una carrozzina, che sembra un piccolo principe del dolore e, anche se la luce
dei giorni più non lo fortifica, agita la mano nell’aria della sera per
salutarti con dolcezza struggente…
La forza infinita di quella vecchietta
aggrappata al braccio della figlia, che con passo sbilenco s’avvicina alle
statue per sfiorarle e poi accasciarsi sfinita sopra una sedia di legno
antico. Quanti anni in un gesto breve come un sospiro…
L’uomo che, a piedi scalzi, trascina una candela grande grande e sente gocciare sulla
mano lacrime roventi di cera e ricorda il suo pianto che nessuno vide la sera
in cui morì il papà…
Il sorriso graffiato sul viso che sembra una ferita di
quella donna con uno strambo cappello, che nasconde un capo crudelmente nudo per segrete cure inevitabiii, mentre attraversa strade
lastricate d’irripetibili angosce…
Il giovane smarrito in un tunnel di
pensieri perché ha perduto il lavoro e sente che tutti dicono di capire il suo
dramma, ma nessuno lo comprende per davvero…
Lo stupore purissimo del bimbo
issato sulle spalle del papà che guarda rapito le statue dei santi dondolare
nel cielo d’inchiostro…
Ed il pianto disperato della bambina che si strugge per il palloncino che il cornicione della Basilica non farà volare più. Non sa, la piccina, ma sente che quel palloncino lì è un piccolo sogno che non si vestirà di cielo…
Il cuore in subbuglio del giovane che è andato a
studiare lontano e, almeno in occasione di questa festività, torna e
riabbraccia i suoi cari e gli amici di sempre.
Sa che sarà fugace gioia, ma il
conforto lo spingerà ad andare avanti…
La nostalgia che si mangia tutto di chi
non tornerà mai più e sente i ricordi tremargli dentro, ovunque egli sia…
La brutta smorfia sul
volto truce di quell’uomo, che di solito dalla mattina alla sera si lascia cuocere
dal sole, mentre i suoi fumati scagnozzi dispensano letali illusioni ai ragazzini
sotto forma di droghe, leggere o pesanti non fa differenza.
Oggi, però, ogni tanto ha uno sguardo più sereno. Forse spera che la fatica di
una domenica possa mondarlo da tutti i peccati.
Frattanto, una nuvola imponente
si piazza sopra la sua anima che piano, ma inesorabilmente s’annera…
Infine,
su una bancarella, vedi penzolare una targhetta con la scritta 2,50 euro appesa
ad un minuscolo simulacro dei Santi Medici e ti chiedi: ma non erano Cosma e
Damiano i due taumaturghi che non chiedevano un centesimo per la loro opera miracolosa?