E’ ricominciata a pieno ritmo l’attività lavorativa e studentesca di centinaia di bitontini che si spostano nel capoluogo barese.
Ogni mattina, sveglia alle sei, ci si dirige in stazione spesso trafelati e quando il mattino comincia per il verso giusto sul monitor all’ingresso della stazione compare “Bari (o Andria che sia) delay 6 minuti”. Cominciano le imprecazioni e i rimorsi per aver lasciato letto e cuscino.
A parte gli scherzi. I disagi non mancano e i viaggiatori sono disperati.
«Non è più possibile viaggiare in queste condizioni – dichiara Gianni, dipendente di un’azienda -. Ogni giorno la stessa storia: nonostante per stare a lavoro alle 8 prenda il treno delle 7 faccio comunque tardi. Continui spostamenti delle fasce orarie, continui cambi da un binario all’altro e da un treno all’altro anche nel giro di pochissimo».
Vediamo fiumi di persone che si armano di pazienza al mattino anche se, talvolta, non basta.
«E’ ricominciata da poco l’università, lezione alle 8.15, treno alle 7.22 ma ogni giorno un disastro – dichiara Angela, studentessa – stiamo schiacciati nei treni come sardine, addirittura questa mattina (ieri per chi legge, ndr) eravamo nel treno più vecchio dove per la sovrabbondanza di gente all’interno non si riuscivano a chiudere nemmeno le porte del treno e per arrivare a Bari ci abbiamo messo quaranta minuti, il doppio del solito».
Certo, anche negli anni passati i treni non hanno goduto di puntualità svizzere ma erano di certo più affidabili e celeri soprattutto.
«La cosa più grave – continua Stefano – che paghiamo, tra l’altro con degli aumenti notevoli, un servizio che non ci viene reso. Per non parlare delle agevolazioni che non esistono, basta spostarsi a 150 km dove studenti e dipendenti d’aziende pubbliche e private viaggiano con sconti dal 5 al 10%. Non ci viene riconosciuto nulla e tutto non fa che peggiorare, dobbiamo pensare sia stata tutta colpa – nonostante l’egregio servizio – della metropolitana per l’aeroporto (anch’essa carissima)? Siamo appena all’inizio dell’anno accademico, non ci resta che dire: che Dio ce la mandi buona!»
Chissà questa mattina come andrà, cogliamo l’invito di Stefano e ci affidiamo nelle mani di qualcuno molto in alto visto che probabilmente questo articolo sarà solo una piccola goccia nel mare delle lamentele alle Ferrovie del Nord Barese…