C’erano i consiglieri comunali.
I rappresentanti dell’Osservatorio per la legalità e delle istituzioni.
C’erano anche alcuni commercianti vittime di furti e rapine.
Ma la città “vera”, quella che condanna e si lamenta sui social network, quella che “accusa” Bitonto di essere invivibile, quella convinta che niente cambierà, o se qualcosa deve cambiare devono essere gli altri a farlo, ha pensato bene di disertare.
Ma non è una novità, perchè nella città dell’olivo funziona così.
L’assemblea pubblica sulla legalità è stata questa. A rispondere all’invito circa 200 persone. E pensare che “la chiamata alle armi” «e’ stata promossa dall’Osservatorio per la Legalità e la Sicurezza con l’obiettivo di raccontare e proporre soluzioni da dare alle Forze dell’Ordine che sono impegnate contro questo avversario e assieme a loro contrastare questo fenomeno della criminalità»,ha dichiarato il sindaco Michele Abbaticchio.
Che poi ha elogiato le associazioni territoriali «meglio di qualche illustre personaggio», ha promesso impegno per rivedere l’illuminazione cittadina, ed ha garantito che la città «collabora con le forze dell’ordine perchè denuncia, ma lo fa senza conclamarlo».
Franco Natilla, consigliere Pd e membro dell’Osservatorio ha sottolineato come «la situazione è grave e non si è creata dall’oggi al domani. Per questo non si può operare nessun tipo di strumentalizzazione se si vuol bene a questa città. La situazione è stata sottovalutata in questi anni dalle istituzioni predisposte all’ordine pubblico. Bisogna favorire una progettualità integrata con il mondo della scuola, dalle elementari fino alle medie superiori, e chiediamo l’istituzione di un distaccamento dei Carabinieri nelle frazioni, magari in quella più lontana, Mariotto, per affrontare l’insicurezza nelle campagne, vittime ogni giorno di furti e assalti. E se non fosse possibile uno distaccamento dei Carabinieri, si potrebbe pensare ad un distaccamento della guardia forestale».
Vincenzo D’Aspro, membro del Comitato per la legalità, ha auspicato ed invitato al confronto. Vincenzo Schiraldi, presidente del Forum delle Consulte, ha puntato il dito contro il permissivismo della magistratura.
Secondo il segretario del Partito democratico, invece, occorrono misure forti per le periferie e lavorare sui cittadini.
Francesco Toscano, consigliere dell’Udc, ha invitato i cittadini a non perdere la fiducia nelle istituzioni ed ha esortato i presenti a battersi per evitare la chiusura del tribunale bitontino.
L’assessore alla Legalità, Rocco Mangini, ha spiegato come «l’osservatorio non può sconfiggere il crimine, e che l’incontro è stato pensato per fare rete e sistema».
Un grido d’allarme lo ha lanciato Michele Iovene, rappresentante della Confesercenti, che ha chiesto aiuto alle istituzioni perchè «i commercianti hanno già chiesto e fatto tutto quello che potevano fare. Se la situazione non cambia, più nessuno investirà sul territorio».
L’ex consigliere comunale Giuseppe Lonardelli ha proposto un tavolo di confronto tra il Tribunale dei minori e l’assessorato ai Servizi Sociali comunale. Michele Naglieri, dipendente del carcere minorile di Bari, ha tuonato contro le famiglie.
Appassionato è stato l’intervento “di pancia e di cuore” di Gennaro Ciliberto, referente de “I cittadini contro le mafie”, che ha invitato il sindaco ad andare al Viminale a chiedere aiuto, ed il Comune a partecipare a tutti i processi per mafia per danno d’immagine alla città.
Proposte concrete sono arrivate anche da “Bitonto in movimento”: più presenza dello Stato; presenza degli uffici comunali con qualche sportello per il lavoro nelle zone più sensibili; più presenza culturale nell’inculcare cultura della denuncia.
Secondo il tenente della polizia municipale, Gaetano Paciullo, «oggi vince il delinquente che non ha nulla da perdere perchè per fermare qualcuno senza casco bisogna fare tre verbali. Abbiamo una forte identità territoriale ma è impossibile farcela da soli. Abbiate fiducia e aiutateci con le denunce anonime, abbiamo un numero verde».
Un invito alla denucia lo ha fatto anche Renato de Scisciolo, coordinatore regionale antiracket, che ha lanciato l’allarme dell’estorsione nelle campagne di Mariotto.
Ha puntato invece su un intervento serio e mirato sui docenti per evitare le classi ghetto Pasquale Scivittaro, giornalista di questo portale telematico, che poi ha invitato a squarciare il velo di perbenismo presente in città.
Non è mancata anche la posizione di Gino Ancona, che si è soffermato sulla criminalità ambientale che ha fatto scempi sul Gargano e a Napoli, ed è tornato sull’incendio di Porta Baresana, «perchè se ha bruciato per tanto tempo senza che nessuno facesse niente, vuol dire che c’è qualcosa che non va».