Si è parlato di Ferlive e del suo progetto di discarica tutt’altro che abbandonato
sabato sera nella sede di “Città
democratica”, a due passi dal teatro Traetta.
Un incontro «divulgativo e fortemente
voluto per spiegare ai cittadini cosa sia il progetto in questione e quali
rischi provocherebbe a tutti quanti noi», spiega subito Francesco Mundo, capogruppo comunale
del Partito socialista.
La vicenda è ormai nota. La società
bitontina Ferlive, il cui rappresentante è Paolo Tinello, propone di costruire
in località Colaianni, a circa 4 km ad ovest dell’abitato cittadino e ad
11,5 Km dalla costa adriatica, una piattaforma integrata per il
trattamento e recupero di metalli con annesso bacino energetico
secondario. La piattaforma integrata assolve alle funzioni di recupero
di materia,stabilizzazione dei rifiuti in ingresso, recupero energetico, chiusura
del ciclo mediante stoccaggio su suolo.
Tutto entra nel vivo nel 2010, quando «inizialmente
vengono concessi pareri di massima positivi. Poi però, analizzando meglio la
questione, l’amministrazione Abbaticchio si è resa conto che le cose non erano
rassicuranti e perciò c’è stato il parere negativo del settore Territorio in
conferenza di servizi, poi anche quello della Provincia. Questo passo indietro
dell’amministrazione ha spinto la Ferlive a fare ricorso a Tar, che però ha
rinunciato alla richiesta di sospensione. Ma questo non vuol dire che il
progetto sia tramontato», analizza ancora Mundo. Che poi è netto: «Contrariamente
a quello che si dice e si pensa, nella piattaforma integrata andrà veramente di
tutto».
Ma quali rischi porta questo progetto? «Sono
rischi per l’ambiente, quindi per l’aria e l’acqua – scandisce l’ex Forza
Italia – e non solo per Bitonto e Palombaio, ma per tutti perché
dobbiamo tenere conto della localizzazione. Una discarica di questo genere non
ha solo rifiuti ferrosi, che in realtà vanno soltanto selezionati, ma conterrà
rifiuti industriali di ogni sorta. L’intero progetto contiene zone d’ombra, in
quanto vorrebbe ricavare materiale da riutilizzare, ma così non è perché una
parte va al riciclo e c’è un’altra parte di materiale organico che richiama al
processo di fermentazione. Noi non vogliamo terrorismo psicologico, ma non
vogliamo neanche essere presi in giro».
Mundo, poi, evidenzia come dietro il
progetto della discarica ci siano anche altri interessi, «perché indagini
giornalistiche hanno dimostrato che ci sono interessi che vanno al di là della
Ferlive, ed in relazione a questo scopriamo che c’è anche il gruppo
Marcegaglia, molto attivo nella realizzazione di inceneritori».
«Il nostro non è un “no” per partito
preso – conclude il
socialista – ma è un no perché la città è già parte lesa e pesantemente
danneggiata dal trattamento di rifiuti non compatibili con l’ambiente».
Vito Modugno (Sinistra Ecologia e Libertà), invece,
si concentra sul modo alternativo di poter trattare i rifiuti.
«Noi non siamo contrari al
trattamento dei rifiuti – sottolinea l’esponente di Sinistra ecologia
e libertà – ma vogliamo avere le idee chiare, perché il materiale
ferroso non può essere fermentato».