“Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”.Con le parole di Shakespeare Roberto Negri, attore e regista dell’Officina Dinamo di Roma, ha concluso la rappresentazione di “Il matrimonio di don Cristobal e donna Rosita”, portata in scena dalla sua compagnia lo scorso 18 agosto ai Giardini Pensili, nell’ambito della stagione estiva del Teatro Traetta.
È il teatro a creare i sogni e il più grande di tutti non può che essere l’amore. E di amore parla la tragicommedia del poeta e drammaturgo spagnolo Garcia Lorca (che si chiamava Federico, e non Gabriel come troppe volte riportato nella promozione dell’evento). La ventenne Rosita ama uno squattrinato poeta, ma sua madre la vuole dare in moglie al ben più attempato e apparentemente crudele don Cristobal. Il matrimonio combinato non ferma Rosita e il suo amato che in una serie di gags riescono a eludere il controllo di don Cristobal prima di vedersi scoperti nel loro rapporto clandestino. I due giovani finiranno per uccidere il malvagio e coronare il loro sogno d’amore.
Esilarante Roberto Negri nei panni del don Cristobal. Coinvolge il pubblico, ironizza con gli spettatori, a volte improvvisa, nel rispetto della tradizione della Commedia dell’Arte, a cui l’opera di Garcia Lorca si rifà. Non casuale la citazione di alcune maschere di goldoniana memoria, come Pantalone di Venezia e Arlecchino di Bergamo. Commedia dell’Arte richiamata anche dalle mascherine e dai costumi indossati dagli attori che sul palco si alternano ai loro sosia in miniatura sotto forma di marionette.
Uno spettacolo non solo per bambini, in cui non mancano riferimenti alla vita del suo autore. Il poeta della storia viene inizialmente costretto a non dire la verità, ad affermare che “don Cristobal non può essere buono”, gli viene tolta la parola e la libertà di amare. Lo stesso Garcia Lorca, poeta anch’egli, fu perseguitato e ucciso a soli 38 anni dai franchisti durante la guerra civile spagnola, perché dissidente e omosessuale. Legato alla cultura popolare, sensibile al dolore e all’indigenza dei poveri, Garcia Lorca portò le sue opere teatrali anche nelle più remote aree rurali del suo Paese. Tema dominante l’evasione dal grigiore della quotidianità, che nel suo teatro si traduce nel genere della tragicommedia.
Applausi convinti del pubblico bitontino che ha riempito quasi del tutto i Giardini Pensili e ha tributato il suo apprezzamento agli attori Marion Marcucci, Yamila Suarez, Miguel Ceriani e allo stesso Roberto Negri.