Giocando con le parole e
con la fantasia, quasi a voler valicare il limite angusto dell’etimologia
latina, legalità ha la stessa radice di legame. Ma richiama anche alla mente,
forse perché ne condivide musica e dolcezza, un termine imbevuto di un alto contenuto
filosofico.
Vale a dire il concetto
dell’alterità.
Come se la legalità non
fosse un vincolo che nasce dalla legge e che, pertanto, imprigiona, quanto piuttosto
un legame d’amore che sboccia dall’accettazione e dal rispetto dell’altro da sé.
Ed è in difesa di questo
“legame d’amore” che l’attuale giunta comunale si sta battendo sin dal suo
insediamento.
Una battaglia che ha avuto inizio con una marcia coraggiosa per
le strade della città e che ha portato, come naturale prosecuzione di
quell’iniziale grido di dolore, all’evento “Incapaci” inserito nel cartellone
della Bitonto Estate.
La prima parte della manifestazione,
dedicata alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino, si è svolta venerdì 9
agosto e ha visto in scena lo spettacolo della compagnia TEATROSCALO/Skenè
produzioni, da cui l’evento stesso ha preso il nome. Un viaggio fittizio -ma
più che mai catartico- nelle coscienze dei due malavitosi che premettero il
pulsante e che avrebbero potuto non farlo, se solo avessero pensato.
Perché a un individuo
pensante si può togliere tutto, fuorché la libertà di scegliere.
Invece sabato sera, nella
suggestiva cornice dei giardini pensili, si è tenuta la seconda parte
dell’evento. Emilio Garofalo e la sua band hanno invitato gli spettatori a riflettere
sul tema della legalità attraverso il ritmo della musica e le parole -talvolta
dolci, talvolta profonde e graffianti- dei testi del cantautore bitontino.
“Il modo migliore per parlare di legalità”, ha dichiarato Emilio, “è raccontare storie positive. Si può
sconfiggere la negatività che c’è nel mondo solo invitando ad apprezzare le
cose belle”.
E di fatto, la passione di
un ragazzo nel cantare i baci della donna amata, il rifugio sicuro degli
affetti, il passo lento di un pensiero nella notte non fanno altro che
ricollegarsi a quel concetto del legame d’amore tra individui di cui sopra.
Significative, inoltre,
sono state le parole dell’assessore Rino Mangini in apertura del concerto, il quale
ha ricordato l’importanza di questo genere di eventi per una città desiderosa
di rialzarsi.
“La nostra società è abituata ai rumori, a seguire le mode”, ha
affermato l’assessore alla Comunicazione, “noi,
invece, abbiamo preferito non inserire nel cartellone grandi nomi e optare per
spettacoli culturali che possano anche formare il pubblico. E lo abbiamo fatto
ricorrendo spesso ad artisti locali che con gratuità si sono messi al servizio
della comunità”.
Un percorso, dunque, che
ha come scopo non il divertimento fine a sé stesso, ma l’educazione e la
sensibilizzazione a concetti più elevati, primo fra tutti proprio quello della
legalità.
E in ultimo, dopo quasi
due ore di concerto, dai giardini pensili si è sollevato l’accorato invito di
Emilio a denunciare.
Perché la gramigna della malavita si estirpa solo prendendo
consapevolezza di essere tutti, in ugual misura, responsabili della propria
città e della cosa pubblica.
“Non abbiate paura di denunciare”, ha esortato il cantautore
bitontino, “fatelo anche quando vi
diranno che è inutile e sbagliato”.