“Il Comune disinforma”, il foglio del centrodestra comunale presentato lunedì sera, è l’occasione propizia per fare alcune considerazioni sulle diverse tipologie di opposizione che i principali partiti, Partito democratico e Popolo della libertà, stanno cercando di attuare nei confronti dell’amministrazione Abbaticchio.
Già poco più di un mese fa, analizzavamo il cattivo stato di salute dell’”opposizione delle larghe intese” targata Pd – Pdl più partiti minori (http://www.dabitonto.com/politica/r/il-cattivo-stato-di-salute-dell-opposizione-bitontina-tra-voglia-di-fare-e-sterilita/596.htm ). Un cattivo stato di salute che si ripercuote sul loro modo di fare sentire la propria voce.
Partiamo dal Partito democratico, il partito del “clamo ergo sum”, grido dunque sono.
I piddini sono certamente quelli più attivi, quelli più combattivi, quelli che si fanno sentire con maggior presenza.
Hanno polemizzato sulla raccolta differenziata, sulla pedonalizzazione in corso in città, sullo spostamento dei capolinea dei pullman, sul presunto conflitto d’interessi da parte dell’assessore al Bilancio Michele Daucelli, ed altro ancora.
Il tutto con comunicati stampa e con la vecchia arte della “manifestologia politica”, tanto cara alla nostra città. Ma che non parla alla città. Il tutto spesso urlato e perciò il più delle volte poco efficace.
Eppure, rispolverando il manifesto programmatico del segretario Biagio Vaccaro, leggiamo che «il Partito democratico di Bitonto deve tornare a far politica nelle strade, tra la gente. L’impegno sarà quello di organizzare sit-in, iniziative e dibattiti pubblici per dare ascolto alla cittadinanza, coinvolgerla ed affiancarla nel conseguimento delle progettualità portate, di volta in volta, all’attenzione della comunità».
Giusto, perchè i democratici hanno perso le ultime due elezioni comunali (anche) per questa ragione.
Il problema, però, è che alle parole non seguono i fatti.
Prendiamo per esempio “l’affaire Daucelli”: perchè, su una vicenda in cui ballano oltre 5 milioni di euro, partito e consiglieri non hanno pensato di «organizzare sit-in, iniziative e dibattiti pubblici», per spiegare alla cittadinanza la vera natura del contendere e la vera questione?
Può bastare soltanto una conferenza stampa a Palazzo Gentile?
Perchè, invece, si sono limitati (assieme alla “complicità” di Sinistra ecologia e libertà) a trattare una così delicata vicenda riempiendo i media locali di comunicati stampa e tappezzare la città di manifesti, dando esempio di becera e inconsistente politica?
Il Popolo della libertà non se la passa meglio.
Dice di stare benissimo, soltanto perchè ha partecipato in massa alla manifestazione del 4 agosto scorso a Roma.
Difficile, però, stare bene quando a livello locale da oltre un anno si è in fase di commissariamento, a livello nazionale tutto è bloccato con il suo leader condannato per frode fiscale, e con il ritorno da settembre di “Forza Italia”.
Il Pdl, in realtà, è fermo e risente dell’incertezza romana.
I pidiellini dicono di fare un’opposizione su cose concrete, e “Comune Disinforma”, indipendentemente dai contenuti e dalla grafica, in alcuni tratti discutibile, è un primo passo.
Ne seguiranno altri, dopo un primo anno sterile e spento fuori dalle stanze del potere?
Due partiti in cerca di identità. Due opposizioni in cerca di consistenza…