Certificare la qualità dell’olio extravergine di oliva con l’ausilio diretto
dei coltivatori e con tecniche all’avanguardia per favorire la scelta
consapevole del consumatore, la valorizzazione sui mercati del prodotto e
contrastare in questo modo frodi e contraffazioni.
Nasce con questi auspici PIVOLIO (Processi Innovativi per la Valorizzazione dell’Olio extravergine di
oliva), il progetto finanziato dal Ministero dell’Università e della
Ricerca nell’ambito del Programma
Operativo Nazionale Ricerca e Competitività 2007-2013 presentato questa
mattina a Bari.
Dopo i saluti
istituzionali dell’assessore all’Attuazione del Programma del Comune di Bari, Filippo Barattolo, del Segretario
Generale CGIL Bari, Pino Gesmundo, e
del vicepresidente della Camera di Commercio di Bari, Giuseppe
Riccardi, è toccato al Presidente di Oliveti Terra di Bari, Gennaro Sicolo, illustrare le linee
generali di “un progetto di ricerca
importante per il settore trainante dell’economia del nostro territorio,
l’olivicoltura, che aiuterà a certificare la qualità dell’olio extravergine
d’oliva difendendo l’impegno di centinaia di migliaia di produttori il cui
lavoro non viene riconosciuto da sempre”.
“Nelle attività saranno
impegnate 400 aziende olivicole delle Province di Bari, Bat e Foggia e 7 oleifici
cooperative – ha continuato Sicolo -. In
questo progetto di ricerca, per la prima
volta, è impegnata la produzione vera, e i risultati che documenteremo sulle
bottiglie serviranno a dare certezze sulla qualità e la salubrità dell’olio”.
Università degli Studi di
Bari, Università del Salento, CNR (Istituto di Fisiologia Clinica) di Lecce,
CRA-OLI di Rende (Cosenza), Consorzio Carso, Oliveti Terra di Bari e
Apuliabiotech cercheranno di sfruttare le risorse a disposizione, pari a 4 milioni di euro, per creare una carta di
identità dell’olio extravergine d’oliva partendo da alcune tra le cultivar
più rappresentative della produzione pugliese: Coratina, Ogliarola Barese, Cima
di Bitonto, Cima di Mola e Peranzana.
Attraverso l’etichettatura,
poi, saranno direttamente i consumatori ad orientarsi nella scelta del prodotto
migliore e più genuino.
“Studieremo
con metodiche di ultima generazione gli effetti antinfiammatori ed antitumorali
delle diverse cultivar ed i micronutrienti di terreno dove gli alberi crescono per
identificare tutte le componenti del prodotto, dagli acidi grassi fino ai
costituenti minori polifenoli – ha spiegato il
direttore scientifico dell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari, Antonio Moschetta -. Ci
proponiamo di creare un database che possa servire ai produttori per sostenere
scientificamente il loro prodotto e ai consumatori per essere informati sulla
provenienza e sulle proprietà dell’olio che stanno assumendo”.
Sulla stessa lunghezza
d’onda Francesco Paolo Schena, presidente
del Consorzio Carso e docente di Nefrologia presso l’Università degli Studi di
Bari: “Il progetto Pivolio si propone di
qualificare meglio il prodotto mono varietale della Regione Puglia indicando i
contenuti in sostanze organiche che hanno proprietà benefiche per l’organismo”.
A Francesco Paolo Fanizzi, docente di Chimica Generale ed Inorganica
dell’Università del Salento, ed alla sua equipe di ricercatori, con l’ausilio
degli altri istituti di ricerca coinvolti nel progetto, il compito invece di studiare
la caratterizzazione preventiva di origine geografica in concerto con le aziende
di olio extra vergine del territorio.