Cosa c’è di più bello, di più accattivante, di più
misterioso, di più dolce, di più profondo, di più rilassante, di più
emozionante, di più incantevole, di più intrigante, di più tenero dello sguardo
di una donna innamorata?
E’ lì fisso, immobile, quasi statico, di fronte al tuo sguardo
incantato come un cobra al suono del piffero, ipnotizzato dagli scenari
profondi ed immensi che gli si aprono davanti, dalla visione di quella dolce
eternità che ha già cominciato a vivere da chissà quanto tempo e che solo ora,
specchiandosi in quello sguardo da angelo del paradiso, si accorge di stare
vivendo.
Più penetri quello sguardo e più ti avventuri nel mistero dell’Amore che
circonda ed alberga nella sua anima e che si rivela, in tutto il suo splendore,
in tutto il suo candore e in tutta la sua tenerezza, soltanto agli sguardi
attenti e penetranti di chi, spogliatosi delle croste che i falsi miti e i
falsi dei hanno prodotto nella sua anima e nel suo cuore e nella sua mente, si
appresta, ricoperto di una nuova veste, ad accostarsi all’unica fonte che può
dissetare il suo spirito: l’Amore che solo lo sguardo di una donna è capace di
trasmettergli.
E capita allora di incontrare il suo Creatore, di scoprire il suo Amore per le
sue creature, attraverso l’incantevole bellezza di un semplice sguardo
rivelatore di tutto un mondo creato per tutti, ma rivelato solo a coloro che
sanno guardare con gli occhi semplici e puri dei bambini.
Si scopre allora che la vera bellezza del creato non è tanto quella che è
intorno a noi, quanto quella che è dentro ognuno di noi e che i nostri sensi
non sono allenati a scorgere perché continuamente distratti dall’effimero e
dalla materia; è una bellezza impalpabile che ti rapisce e ti trasporta come
piuma leggera che si lascia accarezzare, cullare dalle correnti d’aria in una
danza senza fine, finchè si posa adagio, soddisfatta del suo viaggio; e la tua
anima avanza sempre di più in quel mondo ovattato che ti conduce lentamente ma
inesorabilmente alla fonte di quel meraviglioso mistero che quello sguardo
racchiude: il cuore di una donna.
L’unico capace di far conoscere la vera essenza e la vera bellezza dell’Amore,
l’unico capace di trasmettere l’Amore. Quando si guardano gli occhi di un
bambino, si è soliti scorgere in loro, il candore e la purezza della loro anima
non ancora intaccata dalla cattiveria degli esseri umani e del mondo che la
circonda e ci capita allora di viaggiare con lei, a ritroso negli anni, per
tentare, disperatamente, di riappropriarci di un tempo ormai lontano ed andato;
il desiderio di riconquistare quella purezza è forte, a volte lacerante, ma
inutile perché quasi impossibile farcela da soli.
Ed allora ci arrendiamo, il nostro viaggio finisce, il nostro sogno, la nostra
speranza, la nostra illusione di potercela fare, di poterla riconquistare svanisce
e le tenebre ritornano ad aleggiare intorno ad essa, orgogliose della loro
vittoria.
Siamo, quindi, condannati a non vedere più la luce, quella luce che dovrebbe
splendere in ognuno di noi e che sicuramente splende, solo che gli occhi non
sono più in grado scorgere, di fissare?
Quella luce che promana dall’anima che continua a splendere in tutto il suo
candore, al di là di quella coltre nera che la oscura, come il sole e la luna
quando sono avvolte dalle nubi?
Siamo quindi condannati a non assaporare più la fresca innocenza della nostra
fanciullezza, solo perché più avanti negli anni?
E’ forse la maturità la negazione della semplicità e dell’innocenza?
Se così fosse saremmo già dannati prima ancora di esserci e i tanti filosofi
che il tempo ha generato non avrebbero decantato la maturità, madre della
saggezza, quale periodo fecondo e pregno di conoscenze e di visioni quasi del
tutto precluse al mondo giovanile.
Gli occhi dei giovani sanno solo guardare, quelli degli uomini maturi e dei saggi
sanno penetrare, attraversare quel muro di cristallo che divide l’essere dal
non essere, il mondo vero da quello apparente, la purezza dalla bruttura.
Essi sono capaci di contemplare lo sconfinato universo dello spirito e di
ammirarne le infinite evoluzioni di questa divina creazione, apparentemente
nascosta nel più profondo di ogni singolo essere, ma che pervade ogni singola
cellula dei nostri corpi ed aleggia negli sguardi e sul volto della gente,
anche se pochi sono in grado di scorgere e cogliere.
E l’Amore? Anche l’Amore che è emanazione dello spirito, la più importante
articolazione dello stesso spirito, appare a loro in tutta la sua reale essenza
e bellezza e ne rimangono affascinati, abbagliati e contaminati al punto di
rimanervi prigionieri. Catturati da quello splendore, mostrano i loro visi
distesi, sereni, quasi serafici, perché contemplano quel dono celeste scevro da
ogni impurità ed incrostazione sensuale, del tutto purificato dai turbamenti
sessuali.
Ed accade così di poterlo cogliere e di viverne i suoi benefici effetti senza
l’ausilio dei sensi, perché è Lui che si evidenzia, si mostra in tutto il suo
splendore a chi si rende disponibile a farsi conoscere così come realmente è.
Ai ragazzi, istintivi, irrequieti, irruenti, superficiali, dominati dai sensi,
profondamente legati alla vita materiale, alle logiche del possesso,
sicuramente non maturi e per nulla saggi, è forse negata la visione di un
siffatto sentimento?
Sicuramente no, se si lasciano catturare dallo sguardo di una donna innamorata.
E’ sempre lei l’artefice della conoscenza dell’Amore; è a lei, al suo
dolcissimo sguardo che è stato affidato il divino dono della conoscenza
dell’Amore.