Capita spesso di rivedere con piacere l’inserto
speciale, che impreziosì il numero maggio-giugno 2011 del periodico mensile “da
Bitonto”, in occasione della beatificazione di Giovanni Paolo II. Tale inserto,
infatti, riproduce a colori lo storico evento della visita di Karol Wojtyla a
Bitonto, il 26 febbraio 1984.
In prima pagina campeggia la bellissima immagine del
Papa, mentre sul grandioso trono, allestito per l’occasione, rivolge l’accorato
messaggio al mondo contadino, con cui esprime vicinanza e incoraggiamento ai
lavoratori dei campi, uomini e donne, che con la loro quotidiana fatica rendono
feconda la loro terra.
A fare da splendida cornice una folla straripante e
l’antica Porta Baresana, alla sommità della quale, come una sentinella a difesa
della sua prediletta Bitonto, è ben visibile la statua in pietra dell’Immacolata
Concezione, avvolta ed esaltata da una raggiera splendente. “Ave Maria” è la
scritta luminosa di colore azzurro chiaro, simile a quello del cielo, che si
legge ai piedi della Madonna a simboleggiare le preghiere, i ringraziamenti e i
favori celesti di quanti volgono alla nostra Patrona il loro sguardo e il loro
cuore, nel momento della sofferenza.
Una scritta in corsivo, disegnata dal prof. Antonio
Amendolagine, che si notava anche da distanza ragguardevole e divenuta per i
Bitontini quasi un punto di riferimento, specialmente nelle ore serali. Così si
è presentata per tanti anni l’antica Porta Baresana, luogo di collegamento fra
il centro cittadino e il borgo antico.
Uno scenario suggestivo, quasi irreale che nulla aveva
in comune con quello attuale, visto che oggi la raggiera e la statua della
Madonna sono illuminate da due faretti posizionati alla base di quest’ultima,
mentre dell’Ave Maria non è rimasta alcuna traccia. Un vero peccato, perché
Porta Baresana di una volta con quella scritta dava l’impressione di essere un
luogo di culto, che induceva a fermarsi, a fare un segno di croce, per poi
proseguire in silenzio, assorti nei propri pensieri.