Premessa importante. Non è un articolo
contro Tizio e contro Caio.
Non è un articolo che vuole colpire
nessuno.
Dopo l’arresto dell’amministratore della
Ce.Ri.n, è solo una breve “memoria storica” di quelle alte figure dirigenziali,
comunali o meno, “sfortunati” con la giustizia che hanno incrociato la loro
attività lavorativa con la nostra città. In modo assolutamente casuale, è bene
precisarlo, perchè nessuno di loro ha incontrato le stanze di tribunale per
attività commesse nella nostra città.
Nel 2008, uno dei primissimi atti della
amministrazione targata Raffaele Valla è stato quello di dare un dirigente alla
polizia municipale.
La scelta ricade su Leonardo De Paola,
amico dell’ex prefetto/primo cittadino e dal passato tra le forze della
Pubblica Sicurezza.
Peccato, però, che l’allora sindaco,
presentatosi come uomo di legalità e amico anche del commissario Luigi
Calabresi, non sappia (o non si accorga, o non voglia accorgersi) che il suo
amico dal 2007 ha un procedimento pendente.
Nel luglio di quell’anno, infatti, è arrestato a Bari dalla squadra mobile di Bolzano
con l’accusa di truffa ai danni dello Stato, peculato continuato ed aggravato,
falso ideologico e abuso d’ufficio. Un mese dopo viene rilasciato, e dopo altri
60 giorni lo Stato lo riabilita.
L’inchiesta però nei suoi confronti
continua, portata avanti dal procuratore capo di Bolzano, Cuno Tarfusser.
De Paola, comunque, arriva a Bitonto e
ci rimane tre anni. Di fuoco. Presunti maltrattamenti ai suoi uomini, con
reiterati interventi dei sindacati. La sua condotta arriva addirittura in
Consiglio comunale, con un’assise ad hoc. Anche gli ex assessori Vincenzo Fiore
e Rosaria Achille ne denunciano, sempre in Consiglio comunale, comportamenti
poco garbati nei loro confronti. A dicembre 2011, il sindaco Valla decide di
sollevarlo dall’incarico. Il procedimento a suo carico, per intenderci, era
ancora in corso.
Arriviamo velocemente ai giorni nostri.
Nell’ottobre scorso, l’assessore al Personale Domenico Nacci, e tutto
l’esecutivo cittadino, fanno arrivare a Palazzo Gentile due nuovi dirigenti:
Vincenzo Turturro, proveniente da Giovinazzo, e Francesca Pansini, in arrivo da
Terlizzi, dove era dirigente comunale. Il primo ci resta fino a febbraio,
travolto da attacchi criminali di inaudita violenza, la seconda fino al 30
aprile a dirigere il settore finanziario.
Esattamente una settimana dopo, però, finisce agli arresti domiciliari
(assieme al presidente della società che riscuote i tributi della città dei
fiori) con l’accusa di aver girato parte dei soldi dei contribuenti su una finanziaria legata alla società anziché nelle casse
comunali.
Il 7 giugno scorso, il Tribunale della
libertà annulla la misura, la Pansini torna in libertà, ma è indagata di
peculato, tentata concussione e abuso d’ufficio.
L’ultima puntata della serie è notizia
fresca.
Venerdì finisce ai domiciliari Giuseppe
Colapinto, amministratore unico della “Ce.r.in s.r.l”, la società che dal 2010
riscuote i tributi Ici (poi diventata Imu) e Tarsu (da oggi Tares).
Società con la quale il Comune avrebbe
un debito di oltre 5 milioni di euro maturato nel periodo 2006 – 2009.
La notizia del suo arresto ha fatto
tremare molti comuni italiani e, forse, anche gli stessi contribuenti
cittadini.
Fotografia di una Bitonto “sfortunata”
alla voce dirigenti.