La
storia di Gaetano Parisi è una di quelle “avventure” che devono far riflettere,
purtroppo. 65 anni, bitontino doc, proprietario di una ditta di soccorso
stradale lungo la sp 156 (Bitonto – Aeroporto).
Tutto tranquillo, se non fosse
per il fatto che da 8 anni a questa parte la sua vita è un inferno, perché tra
“assedi malavitosi”, pratiche burocratiche, e le istituzioni che dovrebbero
essergli amiche, Gaetano non ce la fa più.
Ed esterna la sua rabbia ed il suo
sconforto alla “Gazzetta del Mezzogiorno”.
«Mi impediscono di lavorare – denuncia Parisi
dalle colonne del quotidiano – e vogliono
distruggermi in tutti i modi».
Già, perché la sua storia è un excursus di
minacce, furti e soprusi.
Tutto inizia nel 2005, allorché Gaetano decide di
“buttarsi” nel settore del soccorso stradale.
Scelta già da premio Nobel,
perché a Bitonto il “mercato del soccorso” è già pieno, ed all’epoca conta tre
aziende.
Non si abbatte, ed acquista un carro attrezzi, il “ferro” del
mestiere. Fin da subito capisce che il clima è bollente.
In tutti i sensi: «In poco meno di 90 giorni, ho subito tre
incendi dolosi. Sono rimasto senza mezzi e perciò ho dovuto fermarmi», sottolinea
l’imprenditore alla “Gazzetta”.
«Sono venuti di notte, con le bottiglie piene di
benzina ed hanno incendiato uno dei miei mezzi, assieme a parte del gazebo». Il
periodo di sosta dura due anni.
Poi, nel 2007, il nostro concittadino riprende a lavorare.
Come se niente fosse.
E con la ripresa tornano i vecchi problemi, ai quali se
ne aggiungono di nuovi. Ben presto ancora un incendio che però non lo ferma, ma
quel che è più grave è che anche le forze dell’ordine non gli danno una mano.
Gli
revocano la licenza. «Secondo la polizia,
non ero affidabile perché arrivavo tardi nei sinistri stradali, con
l’aggravante che spostavo i mezzi sottoposti a sequestro da una rimessa ad un’altra
senza avvisare», dice Parisi.
Nel frattempo, il settore del soccorso
stradale bitontino perde pezzi: partono in quattro nel 2005, ma due falliscono,
una lavora e l’ultima, quella del nostro Gaetano, è attiva a ritmi alterni.
E
continua a subire atti incendiari: «Ogni
qualvolta tento di rimettermi in moto, tentano in tutti i modi di distruggermi
la vita. Io ho sempre denunciato tutto, i furti, gli incendi e le minacce
subite. Adesso però non lo farò più, perché non serve a niente denunciare a chi
sa già tutto», conclude.
La
sua sconfitta più grande sarebbe proprio questa.