Dalla Segreteria del Popolo della Libertà riceviamo e pubblichiamo.
Se prima era solo
un dubbio, ora è una certezza. Amara. Triste. Vera, purtroppo.
Il presidente della
Regione Puglia, Nichi Vendola, è contro il mondo agricolo.
La prova provata è
giunta col paradossale comunicato stampa della sua lista, il “Movimento La
Puglia Per Vendola”, che addirittura difende il provvedimento regionale, col
quale si aumenta l’acqua per uso irriguo in agricoltura.
Il testo, in
risposta alle dichiarazioni del 3 Giugno scorso del vicoordinatore vicario del Popolo della Libertà, Domenico Damascelli,
non rende giustizia alla verità e fa disinformazione.
Quindi, le
delucidazioni sul caso provvediamo noi a fornirle circa la notizia sulle
tariffe Arif per usi irrigui.
Da parte
dell’Assessore Regionale alle Risorse Agroalimentari, Fabrizio Nardoni, nessuna
dichiarazione rassicurante, se non un accenno di sospensione del provvedimento,
perché si è accorto della sconsideratezza commessa e questo soltanto dopo la
levata di scudi di tutto il mondo agricolo, che ha chiesto la mobilitazione di
amministratori locali e organizzazioni di categoria.
D’altronde, le
critiche sono state unanimi, a cominciare dal presidente della Provincia,
Francesco Schittulli, fino ad esponenti del mondo politico di centrodestra e di
centrosinistra.
“La delibera della giunta regionale n
858/2013 sulle tariffe irrigue di Arif non rappresenta affatto “un atto di
indirizzo”, come sostenuto assurdamente dall’MLPV, ma si tratta di una
Deliberazione esecutiva ai sensi della normativa vigente con cui si recuperano
3,5 milioni di euro nella stagione irrigua 2013. Ancora. Non è vero che con
quest’atto la Giunta non ha stabilito la decorrenza degli aumenti delle
tariffe, bastava andare per le campagne pugliesi e vedere, sino a qualche
giorno fa, presso tutti i pozzi
artesiani regionali affissi preoccupanti manifesti con cui si annunciava che
dal prossimo 16 giugno il costo dell’acqua veniva raddoppiato”, osserva
sbigottito Damascelli.
Infatti, l’atto
recita testualmente: “La presente deliberazione pur non
comportando implicazioni di natura finanziaria in entrata a carico del bilancio
regionale, comporta incremento d’entrata
nel capitolo 300 bilancio esercizio 2013 dell’Agenzia Regionale per le attività
irrigue pari a circa 3,0 – 3,5 milioni di euro per l’anno 2013”.
Ergo, siccome non si irriga in inverno e i 3,5 milioni di euro in
più prelevati direttamente dalle tasche degli agricoltori si riferiscono al
2013 e
i manifesti riportavano a caratteri cubitali la novità dell’aumento, la
decorrenza era o non era immediata?
“Questa politica di tassazione, assurda e
inopportuna, va a ricadere sulle spalle di coloro che si sacrificano per
lavorare la terra, è ingiusto che i loro sacrifici debbano servire per coprire
i buchi di un carrozzone pubblico che fa acqua – appunto – da tutte le parti. Perché l’acqua per uso irriguo, ancor prima
dell’aumento, costa meno se emunta dagli impianti delle cooperative e consorzi
degli agricoltori rispetto a quella dei pozzi regionali?”, si chiede
l’esponente del PdL,
“L’elemento di distorsione sta nel fatto che
il prezzo dell’acqua dei pozzi regionali non è assolutamente proporzionato
rispetto alle quotazioni di mercato dei prodotti agricoli e rispetto ai normali
costi di gestione di una qualsiasi struttura irrigua gestita sia in forma
cooperativa che non”.
Altro passo falso
del Movimento. Si legge nel loro documento: “Evidente è che l’aumento potrà
essere praticato da Arif solo in presenza di tutte le condizioni definite
nell’atto di indirizzo della Giunta”.
“Ma noi ci
chiediamo: e i manifesti che annunciavano l’entrata in
vigore delle nuove tariffe? E la paventata sospensione dichiarata
dall’assessore il 5 giugno? cosa si dovrebbe sospendere, ciò che non è
stato ancora praticato?”, prosegue la sfilza di interrogativi di Damascelli.
In conclusione.
Gli
scudieri vendoliani dimostrano di non aver compreso la deliberazione, di non
aver visitato i pozzi artesiani regionali, di non aver letto gli articoli di
stampa e di non aver mai incontrato e ascoltato la viva voce degli agricoltori.
Ciò avrebbe evitato di scrivere notevoli inesattezze e inefficaci
strumentalizzazioni. “Dunque, fatta
questa breve precisazione, attendiamo che le risposte giungano dai
responsabili, dagli amministratori regionali, Vendola e Nardoni, con fatti
concreti sulle tematiche persino le più problematiche. Vogliamo il ritiro della
deliberazione. Punto. Altri provvedimenti non sarebbero soddisfacenti”,
conclude il vicecoordinatore provinciale pidiellino.