Molti interventi sono stati improntati ad apertura e
dialogo. Soprattutto futuri, però. Coscienti del fatto che proprio l’attualità
politica bitontina nasce da una lacerazione intestina.
«Siamo
impegnati a ricostruire quel tessuto che si è spezzato sul territorio nel
centrosinistra bitontino – ha fatto notare Antonio
Brancale – Sinistra Ecologia e Libertà –perché la partita, che andremo a giocarci da qui a non molto, sarà più grande e
più importante e prende il nome di Puglia.
Dobbiamo
recuperare lo spirito del centrosinistra, ultimamente dato per morente,
barcollante, che per noi è sparito dal palazzo romano, nonostante si sia
tentato di formare un governo di cambiamento, perché non siamo stati in grado
di dare risposta a quell’enorme domanda che il Paese ci ha posto durante la
campagna elettorale.
A
differenza delle realtà lontane il centrosinistra è vivo ed è forte, perché la
sinistra è riconoscibile meno centro e più sinistra: l’alleanza col centro non
deve essere una resa della sinistra, ma un’opportunità di posizionarsi su
determinate questioni importanti che potrebbero determinare lo sviluppo civile,
sociale, morale di questo Paese ».
La moderatrice Enrica D’Acciò ha chiesto quante
probabilità ci siano perché il dialogo sia fattibile. «Per rendere riconoscibile la sinistra si deve aprire un confronto – ha
risposto Brancale – ma nel centrosinistra vero e proprio, come Sel non abbiamo
mai messo nessun paletto nel confrontarci con qualcuno con l’opposizione che
però si riconosca nel centro sinistra. Credo che i temi sociali, culturali,
morali siano i temi dove poter cominciare un vero e proprio confronto (le
unioni civili, il reddito minimo garantito)».
Luca
Scaraggi, Progetto Comune, ha sottolineato la natura variegata del
centrosinistra bitontino: «Ho
chiesto all’inizio di elencare tutti i partiti e i movimenti presenti. È stato
un modo per dimostrare come sia frastagliato il panorama della sinistra
bitontina in dodici, tredici realtà e abbiamo tutti degli stessi intenti. Non
siamo capaci di fare sintesi, finisce che ci presentiamo con tre, quattro
candidati facendoci la guerra elettorale gli uni contro gli altri, così ci
riesce bene l’operazione di riuscire a perdere.
Il
forum dovrebbe proprio indirizzare questo punto: come si può fare in modo che
tutte queste realtà dialoghino? Perché effettivamente i momenti di confronto
non sono molti e questo è uno spreco, vista le energie che ci sono, i giovani e
le potenzialità che abbiamo in questo variegato mondo. L’obiettivo dovrebbe
essere che alla fine di questa giornata, dovremmo darci un successivo
appuntamento. Dovremmo avviare un percorso in cui si comincia a parlare su cose
sostanziose. L’obiettivo non deve essere in vista delle regionali, delle
provinciali, può essere un “come facciamo ad aggregarci in vista di un prossimo
appuntamento elettorale”. Sono punti di arrivo a fronte di sinergie e
collaborazioni fatte in precedenza. Ci stiamo trovando dopo un anno a mettere
una pietra sopra a quanto accaduto e a pensare alle regionali. Il futuro penso
non possa che essere la ricerca di una piattaforma programmatica, di contenuti
non pensando ad appuntamenti elettorali, isolare atteggiamenti di personalismi
asfissianti, atteggiamenti di tatticismi azzeranti e questo è un fatto
culturale».
Nicola
Lucarelli, Movimento La Puglia Per Vendola, ha osservato: «Michele Abbaticchio ha il dovere
morale di ricompattare il centro sinistra perché un centrosinistra diviso non
giova a nessuno. Bitonto ha la necessità di rimettere in campo su un progetto
comune, che parta eventualmente dall’attuale maggioranza, i giovani, le donne,
le forze, le politiche, i progetti perché uniti possiamo dare molto di più.
Unita ad una forza che sta attanagliando tutti che è quella della crisi
economica. Questo seme piantato oggi sarà foriero di germogli più sani e
robusti».
«Guardiamo alla
politica in modo pragmatico – ha esortato Francesco Mundo, Partito Socialista – . Abbiamo profondo rispetto sull’elettorato che comunque vada ha sempre
ragione. Perché l’effetto di un responso elettorale non è mai frutto di umori,
di passioni personali soltanto, ma è frutto anche di agire amministrativo, di
scelte, che l’elettorato a volte condivide altre volte no. Ed è su questo che
noi dovremmo sentire il bisogno di confrontarci. Il termine riformista,
socialista, social democrazia vanno di moda, ma sappiamo bene che la moda è una
cosa l’essere è cosa ben diversa e molto spesso l’agire e l’essere non vanno in
pari coll’apparire ».
La giornalista
della Gazzetta del Mezzogiorno ha letto il saluto del capogruppo consiliare del
Pd, Francesco Ricci, che ha sottolineato come “i tre consiglieri eletti nelle file del PD fino ad oggi non hanno
svolto un’opposizione demagogica e fine a se stessa, ma propositiva su diversi
temi dell’azione amministrativa, senza rivendicare alcuna pretesa di sorta, ma
solo maggior partecipazione ed incisività”.
Graziano Lepore, Laboratorio, ha apprezzato l’atmosfera caratterizzata da “apertura
e confronto costruttivo e sereno”.
Francesco Paolo
Cuoccio, lista Giovani per Abbaticchio, ha rimarcato “la frammentazione
della politica bitontina”, “che ha la necessità di puntare su persone con progettazioni
chiare e tangibili, non su ideologie e bandiere, i problemi non hanno colore
politico”.
Quasi sulla
stessa lunghezza d’onda s’è inserito Matteo Masciale, Progetto comune: “A
Bitonto ci vorrebbe un bel progetto comune – ha esordito con una battuta –, un
grande spazio dove potersi esprimere e dialogare, un esempio lo avevamo offerto
proprio noi con i think thank, per esempio. Dobbiamo pensare ad uno scenario di
incontro nuovo, già calendarizzato, anche perché, in questo momento, parlare di
candidature e appuntamento elettorale non fa il bene del centrosinistra. Andiamo
sui problemi, che sì, non hanno colore politico, ma le risposte possono e
devono rispondere ad una cultura di centrosinistra. L’unità è un valore, se non
lo è, è meglio accantonarlo, ché non può essere preminente alla pari dignità e al
rispetto delle persone e dei soggetti diversi, all’ascolto reciproco. Basta con
i bracci di ferro, urge una nuova mentalità, altrimenti tutto diventa finzione
e retorica”.
Rosanna Perillo (Sel) ha voluto evidenziare che ”la visione di una
comunità non è retorica, ma fondamento essenziale del confronto, è la sostanza
della politica”.
In chiusura di serata, Pasquale Castellano ha dato
appuntamento ai presenti (e agli assenti) per i primi giorni di luglio per il
secondo appuntamento del Forum.