Dopo la lettera/provocazione dei tifosi neroverdi, puntuale arriva la risposta del patron Noviello. Che lancia un appello accorato: «Adesso per l’U.S. Bitonto servono fatti concreti e non facili proclami». E i fatti, in questo caso, sono i soldi necessari che servirebbero alla compagine cittadina di chiedere il ripescaggio in Promozione e relativa iscrizione.
«Cari Quei Vecchi Ultras..del 1921, ancora una volta, come ormai accade da alcuni anni, ipocriti gironzano attorno al vecchio leone neroverde in attesa che ormai stanco di oltre 90 anni di vita si lasci sconfiggere e che scompaia», principia il ragioniere, che poi aggiunge: «Fermo restando che sono solo voci di corridoio eventuali fusioni, la certezza è che per fare la domanda di ripescaggio e l’iscrizione al Campionato di competenza ci vuole un solo elemento: il vil denaro…. e bisogna trovarlo entro fine mese».
«Chi dispone del vil denaro può benissimo fare l’iscrizione a nome della US BITONTO che sia il Sindaco un imprenditore o un benefattore – continua Noviello – ed avevo già dichiarato ad inizio campionato attraverso un’intervista ai microfoni di Teleregione e ribadito a Pasqua che il mio obiettivo era riportare la squadra in Promozione da dove è iniziato la mia (dis) avventura. Purtroppo non ci siamo riusciti sul campo ma almeno abbiamo la possibilità concreta di ripescaggio ed approdo in Promozione».
Il patron, allora, lancia l’appello: «Però ora ci vogliono fatti concreti e non facili proclami. Altrimenti si ritorna ad un film già visto, come quando abbiamo perso la serie D e l’Amministrazione comunale revocando le somme necessarie per l’iscrizione, ha impedito, di fatto, il ripescaggio. Allora la prospettiva era o la cancellazione o la ripartenza dalla 3^ Categoria. Anche allora tutti volevano salvare il Bitonto, ma nessuno che mise le mani nel portafoglio adducendo al fatto che era da me rappresentato. Oggi voglio anche eliminare quest’alibi e lo ribadisco ancora una volta e spero che sia l’ultima volta: Io mi metto da parte, ma per farlo devo consegnare l’auto a qualcuno».