“La bellezza salverà il mondo”. Se questa
espressione ha attraversato intatta i secoli, da Platone a Dostoevskij,
forse ci sarà un perché.
Il
patrimonio culturale italiano, tuttavia, versa in una situazione di grave
crisi.
I
fondi a disposizione delle istituzioni museali italiane spesso non bastano
neppure per la gestione ordinaria e la stessa conservazione diventa sempre più
difficile.
Serve
scommettere, osare perché, anche nella crisi più nera, si nascondono i prodromi
di una possibile rinascita.
E
proprio una vera rinascita, una riscoperta culturale ed estetica è avvenuta
nella nostra bella Bitonto, domenica 26 maggio.
Ventisette
tra palazzi e chiostri schiusi al pubblico ed inseriti, nell’ambito delle “Giornate Nazionali ADSI 2013”, nel ricco programma
di “Cortili aperti”, inedito per Bitonto. In questo modo la nostra Città ha avuto la possibilità di
rientrare in un circuito culturale nazionale e internazionale.
«Un
programma di altissima qualità e di elevata quantità, tant’è che, come si
evince dal comunicato stampa nazionale dell’ADSI, siamo
stati secondi solo a Firenze per numero di luoghi visitabili, – ha esordito soddisfatto l’avvocato
Antonio Marchio de Marinis, socio di Bitonto dell’ADSI e promotore
della splendida iniziativa, insieme al notaio Piero Consiglio, consigliere
della Sezione Puglia ADSI, che ha voluto fortemente l’evento a Bitonto,
ottenendo lo straordinario risultato di
far scoprire la Cittàai più poco nota. La squadra organizzativa si è avvalsa preziosa collaborazione
di Franco Devanna, memoria storica della città e del dott. Domenico
Schiraldi e dell’arch. Franco Carbone –. Mi corre l’obbligo di lodare la grande
disponibilità e competenza della prof.ssa
Maria Antonietta Elia, coordinatrice delle scuole, impegnatasi quasi
quotidianamente con un gran lavoro di ricerca».
«Possiamo dire che l’Associazione
Dimore Storiche Italiane, presieduta a livello regionale dal dott.
Giuseppe Seracca Guerrieri e quest’ Amministrazione sono riuscite nel loro
intento: promuovere la valorizzazione del privato che va a coincidere con la fruizione pubblica del bene, inserendosi in un
programma nazionale.Duplice il riscontro ottenuto: sia da
parte dei cittadini, per un giorno “turisti a Bitonto”, sia da parte dei
numerosissimi visitatori provenienti da fuori.
Sono giunti in pullman dall’Umbria, dal Molise, da Cremona e Pescara, e questo
non può che renderci soddisfatti di un cammino intrapreso, che può e, mi
auguro, deve durare nel tempo».
È
stata certamente una sfida vinta per il territorio barese, soprattutto per la
valorizzazione del patrimonio culturale bitontino.
Tutto
è stato curato nel dettaglio, anche con l’estrema disponibilità del Sindaco, Michele
Abbaticchio e l’aiuto costante e fattivo degli assessori Vito Mascialee Rocco Mangini, per l’organizzazione e comunicazione dell’evento,
nonché, da ultimo, della Polizia Municipale, per la sicurezza.
Quartieri,
che a volte durante le giornate ordinarie sembrano lugubri, territori minati,
spesso perché sede di microcriminalità, sono improvvisamente apparsi sotto
altra veste. Luminescenti di vita e d’arte. Il tutto è stato impreziosito dalle
note musicali, specifiche e diversificate in ogni cortile, ideate al meglio dalmaestro Vito Vittorio Desantis.
Di
grande rilievo è stato il cortile del Monastero delle Vergini, una scoperta per
tutti. Il fatto che un luogo così sacro, segreto e misterioso, sia stato aperto
al pubblico s’è rivelato il più grande regalo che la città e l’istituto
religioso potessero fare a tutti.
«Dal
punto di vista artistico Bitonto è molto variegata –
ha commentato Marchio -. Un’esplosione edilizia del cinquecento, che poche
città della regione hanno, si completa con una corposa parte ottocentesca.
Cortili ampi e splendidi palazzi “griffati” dai più grandi architetti
dell’epoca, fra tutti il Valentino e il Castellucci».
A
stupire più di tutto e tutti, i ragazzi di
tutte le Scuole Superiori della città, che hanno portato l’entusiasmo dei loro
dirigenti e docenti coordinatori. Tutti si sono impegnanti con elevatissima
professionalità per l’eccezionale risultato.
«Gli
studenti erano preparatissimi, agguerriti davvero, impeccabili piccoli ciceroni
– sorridendo ha continuato l’avvocato –. Per ironia
della sorte erano i giovani a presentare alla gente avanti in età i palazzi
storici, che ormai ricordavano solo come sbiadita memoria d’infanzia.
Il
numero ingente di visitatori costituisce un’opportunità importante per inserirsi in un programma nazionale e per la valorizzazione del patrimonio culturale
della Città.
I
commenti dei ragazzi? Ovviamente positivi: «Ci siamo resi conto di cosa
significa lavorare in squadra, sinergicamente al di fuori delle classi. Abbiamo
osservato una zona della nostra città che spesso ci consigliavano di non
attraversare da soli perché si potevano fare brutti incontri. Ed è stato
meraviglioso, invece, offrire a turisti e concittadini una parte del nostro
sapere e del nostro impegno».
Un
plauso sincero, infine, da parte dell’organizzazione ai ragazzi del servizio
civile nazionale (Arturo Del Muscio, Isabella Muscatelli,
Francesco Sblendorio, Lea Schiraldi, Maria Elena Toto, Marica Tarantino,
Valeria Viapiana, Maria Elena Baldassarre, Andrea d’Onghia e Domenico Depalo)
che hanno coordinato al meglio l’info point e, soprattutto, collaborato
fattivamente alla preparazione.
Ha
concluso poi Antonio Marchio.
«Come
in tutto, certo, anche in questo caso ci possono essere dei miglioramenti da
apportare. Ci sono già delle nuove idee per la Città. L’essenziale è che
la manifestazione sia stata un’importante occasione per considerare il centro
storico e la città come una risorsa da valorizzare e, per tutti, un’opportunità per approfondire la conoscenza della nostra
storia e della nostra identità culturale».