Militari
della Tenenza Guardia di Finanza di Molfetta, all’esito di una complessa attività
coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, hanno
eseguito due ordinanze di custodia cautelare per i reati di peculato, tentata
concussione ed abuso d’ufficio, nei confronti del Dirigente del Settore Servizi
Finanziari e Risorse del Comune di Terlizzi, nonché del presidente del
consiglio di amministrazione della società concessionaria del servizio di
riscossione dei tributi dello stesso comune.
Nel
corso delle indagini è stato acclarato che i due soggetti, in concorso tra di
loro, e con la fattiva partecipazione dell’amministratore delegato della stessa
società concessionaria, si appropriavano indebitamente di versamenti afferenti
i tributi locali, anziché riversarli nelle casse comunali terlizzesi, per un
ammontare di circa 1,2 milioni di euro nel periodo 2011 e 2012.
In
alcuni casi è stato appurato che i tributi incassati nel 2008, 2009 e 2010
venivano riversati al predetto ente pubblico con notevole ritardo (in media 230
giorni con un picco di 512 giorni).
Inoltre
le somme introitate nel periodo dall’aprile 2010 a giugno 2011, di competenza
del comune, per un importo complessivo pari a € 2.283.517,00, venivano
fatte transitare su un c/c intestato ad una società finanziaria riconducibile
ai dirigenti della società concessionaria del servizio di riscossione,
permettendo alla stessa di distrarre il denaro pubblico ed utilizzarlo per fini
finanziari.
L’attività
investigativa ha disvelato gravissime e reiterate irregolarità nella gestione
del servizio di riscossione tributi per conto del comune di Terlizzi da parte
degli amministratori della società concessionaria, nonché la condotta omissiva
perpetrata dal dirigente del settore servizi finanziari e risorse del comune
che ha pervicacemente e scientemente omesso di effettuare i dovuti controlli
contabili.
La
dirigente, sino al 30 aprile scorso, ha ricoperto lo stesso incarico
presso il Comune di Bitonto, chiamata a porre un argine alla carenza di
personale a Palazzo Gentile.
Era arrivata a dicembre insieme all’architetto Turturro, che però non aveva concluso il suo mandato per i noti, vili atti intimidatori subiti.
Ovviamente, inutile ribadirlo, i fatti contestati non riguardano assolutamente la città di Bitonto.