Continua a
correre lungo il binario dei lavori pubblici lo scontro politico cittadino.
Dopo le
frecciate dei giorni scorsi in materia tra il Partito democratico ed il
sindaco Abbaticchio,ci pensano l’ex primo cittadino Nicola Pice e il già
assessore ai Lavori Pubblici tra il 2003 ed il 2008, Emanuele Pagone, a
mettere ulteriore benzina sul fuoco.
I due “ex
compagni di squadra”, infatti, non le mandano certo a dire al nuovo inquilino
di Palazzo Gentile, e fanno emergere un concetto inconfutabile: molte opere
elencate da Abbaticchio, dicono loro, «sono frutto di programmazione e
pianificazione quasi esclusivamente della giunta Pice».
L’elenco è
lunghissimo, così come le stilettate.
«Caro Michele- scrivono in due in esclusiva per questo giornale telematico- ho letto la
risposta ad una nota del Partito democratico nella quale elenchi con
soddisfazione tutti i dati degli interventi nel primo anno di attività.
Approfitto dell’ampio spazio concesso dai blog per fissare le idee sulle opere
pubbliche e non solo, in questa città. Mi è più volte capitato di leggere,
anche nell’ultima intervista del giornale “da Bitonto”, delle opere che la tua
Amministrazione sta portando avanti.
Intanto riscontro l’assenza dell’oramai ex assessore ai lavori pubblici e
all’urbanistica che all’epoca dell’intervista era regolarmente titolare di
delega e che anche nel rapporto con la stampa sostituisci, ma soprattutto
ritrovo elenchi, dati e opere che sono frutto di programmazione e
pianificazione quasi esclusivamente della giunta Pice.
Nello specifico, erano progetti non solo pensati e progettati da quella
Amministrazione ma per essi si era già trovata la fonte di finanziamento».
Prima bordata.
«Parlo del finanziamento PIRP che prevedeva quattro milioni di euro per il
restauro dell’ ex Contessa come centro di aggregazione sociale, la
ristrutturazione parziale della scuola Modugno Rutigliano con realizzazione di
un impianto sportivo, la realizzazione delle due palazzine per alloggi popolari
progettate dallo IACP, e altri piccoli interventi accorpati.
Lo stesso Park and Ride, sia pure con un progetto modificato, è stato
finanziato con la premialità del piano Urban».
Pice e Pagone,
allora, ricordano la giunta (2003-2008) che fu.
«L’azione di governo di quella Giunta era basata su assi di sviluppo che
comportavano fatalmente decisioni conseguenti.
Si pensi all’interazione del nostro territorio con le grandi infrastrutture.
Fermo restando la impossibilità dell’interramento del tratto di ferrovia che
interessava il nostro territorio (ormai era già stato in precedenza autorizzato
e quindi realizzato il raddoppio) si pensò di risolvere le barriere su via
Giovinazzo, con il sottopasso programmato, pensato, progettato e finanziato.
Per il sottopasso di via Santo Spirito si riuscì ad ottenere un finanziamento
di dieci milioni di euro su un progetto preliminare abbastanza approssimativo
che servì solo per impegnare i fondi e al quale si sarebbe dovuto mettere mano
già dal 2008 per meglio studiare la sua migliore ubicazione nel fitto tessuto
urbano della zona».
«Per
l’allungamento della pista dell’aeroporto- proseguono l’ex
sindaco e l’ex assessore- per scongiurare il notevole aumento dei volumi di
traffico che avrebbero attraversato il centro urbano, l’amministrazione
ottenne nella conferenza di servizi per l’approvazione del progetto esecutivo,
l’allargamento a quattro corsie del tratto di poligonale che collega la
ex SS98 alla via dell’Annunziata. Il Master Plan dell’aeroporto contiene il
progetto esecutivo di quell’opera che nessuno nel nostro comune ha più
rivendicato».
«L’allargamento
della poligonale era integrato dall’Accordo di Programma siglato fra Comune e
Provincia del dicembre 2004, che prevedeva la realizzazione di cinque
sovrappassi della ex SS98, uno dei quali serviva ad eliminare la pericolosa
intersezione della nostra poligonale con la Statale e a collegare tutto l’asse
viario proveniente da nord direttamente con l’aerostazione attraverso la
poligonale», si ricorda nella missiva.
Secondo Pice e
Pagone, però, ci sarebbe tanto altro: «Durante le due Amministrazioni
Pice, si è pianificato e poi realizzato il restauro della Cattedrale con
il rinvenimento dello splendido succorpo, del Teatro Traetta, del Torrione, del
Fossato, della piazza Cavour, del Museo Diocesano, del palazzo Sylos Calò
(attuale Galleria De Vanna), della pavimentazione del Centro Antico, e
non mi dilungo oltre.
Tutti gli interventi sono stati concepiti prima sul piano politico e poi
tecnico nell’ottica di un progetto di ampio respiro, non ancora chiuso oggi,
che prevedeva la valorizzazione del nostro patrimonio, non fine a se stessa ma
nella logica di pensare a conclusione una efficace iniziativa di governo di un
processo che mirasse alla loro fruizione, alla organizzazione di flussi
turistici».
Un altro asse di intervento su cui ha investito quella
Amministrazione riguarda il settore sociosanitario.
“Il progetto Urban ha visto realizzare a Bitonto un
Hospice per malati terminali di Cancro, un centro per malati di Alzheimer e l’inizio di una profonda conversione dell’allora
IPAB “Maria Cristina di Savoia”che oggi, purtroppo senza grande aiuto da parte
di tutte le istituzioni, comincia a dare i suoi frutti. I benefici occupazionali e dell’offerta di servizi
sono sotto gli occhi di tutti, ma l’accesso all’Hospice è possibile attraverso
una piccola strada e comunque attraverso una zona priva di sistemazioni viarie
e infrastrutturali adeguate – continuano -. La sistemazione attuale è frutto del finanziamento
Urban in parte e dei fondi propri della Fondazione.
Come si intende risolvere urbanisticamente la
sistemazione della zona. C’è una strategia in campo per valorizzare gli sforzi
per la conversione dell’ex IPAB ora ASP “Maria Cristina si Savoia”
“Questi grandi assi di intervento, che non sono gli
unici, hanno determinato profondi cambiamenti e possono ancora oggi, nella
logica della continuità amministrativa, dare grandi risultati.
Quando si ha chiaro il programma e si predispongono i
progetti, diventa molto più semplice reperire risorse – rimarcano -. A titolo esemplificativo, ti rammendo il progetto
della Piazza Cavour. C’era l’idea di come l’Amministrazione voleva la
Piazza, furono pubblicate le immagini fotorealistiche di quello che voleva
realizzare e poi per stralci si è realizzato. In quel caso c’era il progetto del Fossato, della
pavimentazione della Piazza, della illuminazione e come ben sai i fondi per il
rifacimento della Piazza previsti nel piano Urban furono persi durante
l’avvicendamento con la Giunta Valla”.
“La piazza è stata comunque realizzata successivamente
con i Fondi dell’Area Vasta che ha finanziato il progetto esistente e
cantierabile.
Il progetto della pubblica illuminazione è stato
finanziato successivamente. Su questo programma di governo si poteva non essere
d’accordo (cito il parcheggio di piazza Moro su tutti) ma c’era e costituiva
una solida base da cui partire per discutere del futuro della nostra Città”, proseguono.
“Già solo rispetto ai temi lasciati aperti sarebbe
opportuno conoscere la posizione della tua Amministrazione, del resto diversi
protagonisti delle amministrazioni Pice , che stimo, sono ora direttamente o
indirettamente coinvolti nella attività amministrativa.
La stessa discussione sull’area Metropolitana, che
prima o poi tornerà, risulterebbe molto più semplice qualora l’Amministrazione
individuasse priorità e richieste da sottoporre nelle sedi competenti. Chi conosce già come vuole inserire il proprio
territorio nel contesto delle grandi infrastrutture circostanti sa cosa
chiedere e come chiedere. Chi ha magari già scelto se continuare a difendere la
propria identità storico culturale o sociale, sa come rivendicarne la
realizzazione. Trovo quindi piuttosto esiguo l’elenco delle opere
apparso sui blog per le prime due “categorie” per i motivi che ho
abbondantemente esposto e per le altre perché non può un sindaco che
potenzialmente governerà altri nove anni essere soddisfatto di quanto ha fin
ora messo in campo e programmato. Permettimi una digressione fuori tema
sull’urbanistica.L’adeguamento al PUTT regionale è nato con la giunta
Pice circa otto anni fa, non si può oggi pensare di dover ripartire da zero
come dichiari nell’intervista al “da Bitonto”.
Esiste una prima stesura del tecnico incaricato
durante il governo Pice e una seconda durante il governo Valla.
L’Amministrazione ha il dovere di indicare le linee
programmatiche e politiche su come risolvere le zone inficiate, le aree
interessate dai lavori pubblici come gli svincoli dei sovrappassi, sulla
opportunità di non espandere o viceversa i terreni edificabili. In sintesi ha il dovere di esprimersi sulla
opportunità di un adeguamento minimo richiesto al PUTT che rinvii la vera
pianificazione ad un Piano Urbanistico Generale o approfittare dell’adeguamento
per pianificare il nostro territorio sulla base del Piano Regolatore già in
vigore e molto antiquato.
La tua campagna elettorale aveva fra gli altri motti
un “siamo tutti sindaco” che è concetto nobilissimo al quale i cittadini e i
tecnici dovrebbero abituarsi e con la aperta discussione sull’adeguamento al
PUTT potrebbe cominciare questa nuova stagione.
Coinvolgere i cittadini, anche i più sprovveduti in
materia, sul modello di città che vogliono, aprire una discussione sul governo
del territorio può costituire punto di partenza anche per incarichi di
pianificazione che ora il patto di stabilità non consente. Nel lontano duemilasei questo tentativo fu esperito,
certo con fibrillazioni e difficoltà, ma la strada da percorrere era ed è unica
e obbligata se non si vuole rimanere prigionieri di lobby che preferiscono
varare uno strumento urbanistico dopo averlo discusso per poco tempo in poche
stanze. La realizzazione della 167 è un altro tema molto
sentito. Mi tocca citare il 2008 anno in cui poco prima delle
elezioni fu addirittura approvato il Regolamento. Non si partì con il la pubblicazione del bando per
evitare strumentalizzazioni politiche durante la campagna elettorale.
Quell’atto di onestà portò dopo la sconfitta a
modifiche, revisioni e ad altre vicissitudini che hanno poi di fatto condotto
il Piano nelle sabbie mobili.
Come intendi mettere mano al problema.
Del sottopasso della via di Santo Spirito ho già detto
ma giova ribadire che la pianificazione delle opere pubbliche è strettamente
connessa con l’assetto del territorio, sono due facce della stessa medaglia. L’inquadramento territoriale, l’interazione con il
centro abitato di una infrastruttura così ingombrante va pensato, concordato,
discusso.
Le linee guida della futura pianificazione sono temi
da sviluppare nel tempo per inculcare anche nei cittadini il concetto che una
buona pianificazione oggi, resa davvero per il bene comune, lascerà alle
generazioni future un modello di territorio più vivibile e a misura d’uomo.
Tutto questo non comporta incarichi, impegni di spesa o
maggiori carichi di lavoro per gli uffici tecnici. Quanto elencato per le giunte Pice è frutto di una
precisa volontà di far gestire gli investimenti del Bilancio Comunale a tecnici
scelti dalla politica, magari fra non poche difficoltà. I tecnici locali oggi sono ritenuti poco affidabili,
volutamente esclusi dalla tua amministrazione perchè magari pronti a possibili
commistioni con Uffici o Autorità. Il momento drammatico che viviamo deve portare le
forze politiche che ti sostengono ad una seria riflessione in merito. Certo è importante scegliere una governance con nuovi
criteri, basati sul concetto, che sembra quasi scontato, che si accetta un
incarico politico partendo da quello che ciascuno di noi può dare alle
istituzioni e non da quello che le istituzioni possono dare a ciascuno di noi.
Ma uomini, tecnici anche giovani di buona volontà
certamente si possono trovare.
Questo potrebbe dare un nuovo impulso all’azione
amministrativa e recuperare la credibilità che oggi la politica in generale ha,
spero non irrimediabilmente, perso. Si è chiusa l’epoca dei proclami della campagna
elettorale e oggi va urgentemente dato seguito a quanto promesso con le
migliori risorse umane e professionali possibili presenti sul territorio. La situazione economica e la emergenza sociale
impongono una sterzata che necessita di onestà intellettuale che ti riconosco e
uno sforzo non comune.
Permettimi allora di suggerirti di liberarti dalle
prigionie delle logiche, ammesso che siano tali, politiche e di guardare alle
vere necessità del territorio.
Pur con indiscutibili capacità non ritengo che un
“ottimo manager” possa sostituirsi a tecnici che la complessità degli argomenti
di certi settori richiedono.
Questo scritto potrebbe servire ad aprire una nuova e
seria discussione sui temi ancora aperti coinvolgendo tutti coloro che
costruttivamente vogliono interessarsi.
Chiudo comunicandoti le mie personali perplessità
sulla accennata ma mai dichiarata trasparenza della attività amministrativa
meglio definita legalità. Serpeggia un po’ ambiguo il concetto che solo ora si
comincia ad operare secondo legalità e trasparenza, come se prima si agisse in
modo diverso.
Permettimi di comunicarti che nel bene o nel male la
vita amministrativa e politica che oggi “sta segnando in modo permanente la tua
vita e quella della tua famiglia” ha segnato chi prima di te almeno con lo
stesso spirito ha cercato di dare il proprio contributo.
Spero non voglia la tua Giunta infierire su quei segni
indelebili gettando infondati sospetti”, concludono Pice e Pagone.